sabato 10 gennaio 2009

Dentifricio


Nella mia ricerca di prodotti al minor impatto ambientale e che valorizzino anche la nostra economia, mi sono imbatutto nel dentificio alla menta "il meno caro" di una nota catena di supermercati.

L'ho scelto perché è stato prodotto localmente (dalla BBG S.p.A. a Ozzero - Mi) e questo è un buon motivo. Il fluoro contenuto è dato del monofluorofosfato di sodio (in altri dentifrici è invece presente il fluoruro di sodio), ma non penso che sia il fluoro quello che conti: lo scopo principe del dentifricio è infatti quello che aiutare lo spazzolino a rimuovere la placca batterica dai denti.

Ci sono infatti pareri discordanti sull'aggiunta di fluoro nel dentifricio. Penso che quello contenuto nel dentifricio non sia dannoso, soprattutto perché viene poi sciacquato via. Il fluoro viene effettivamente acquisito dall'organismo anche per via alimentare (per cui nel dentifricio potrebbe anche essere evitato), ed in quantità eccessive provoca la fluorosi.

Il dentifricio mi pare faccia il suo dovere e in bocca lascia un gradevole sapore, penso che sia sufficiente, no?

sabato 3 gennaio 2009

Mivar


Parlando da consumatore, Mivar è, a mio parere, un esempio di fabbrica la cui filosofia sui propri prodotti dovrebbe essere imitata. Le notizie qui sotto sono riportate a memoria, le ho lette sia da uno studio di una università che purtroppo non riesco più a ritrovare in rete, sia da vari articoli apparsi qui e là sempre sulla rete.

La fabbrica è italiana, e l'unica cosa che non produce sono gli schermi LCD e i tubi catodici, mentre progetta e realizza in proprio la circuiteria di controllo e l'involucro della TV. Il consumatore finale è sempre stato al centro delle sue azioni.

Al tempo in cui aveva a catalogo solamente televisori a tubo catodico (CRT), acquistava ingenti quantità di schermi alla volta, per strappare grossi sconti e tenere il prezzo basso per il consumatore finale. I fornitori di schermi erano 3 dei 4 più grossi produttori mondiali: Philips, SGS Thompson, Samsung. Sony invece non aveva mai concluso accordi con Mivar per la fornitura dei propri schermi.

La circuiteria veniva progettata per essere:

  • efficace: la sintonizzazione del programma avviene in breve tempo, e i cambi tra un canale ed un altro avvengono quasi istantaneamente (invece, in televisori più blasonati riscontro spesso alcuni attimi di schermo nero durante il cambio canale).
  • semplice: i TV Mivar hanno sempre le funzionalità di base e qualcuna extra, ma senza fronzoli, perché quello che non c'è non si può rompere.
  • modulare: l'elettronica doveva essere riparabile il più semplicemente possibile. Chi ha dovuto farsi riparare la TV, sa che poteva portarlo direttamente alla fabbrica oppure fare intervenire l'assistenza a casa, il tutto ad un prezzo prestabilito.
La Mivar non si fa pubblicità, il che significa che probabilmente il prezzo finale è quello giusto. Sembra che la Mivar chiuderà, se non è già chiusa, e per me è un vero peccato, perché è uno degli ultimi esempi di imprenditoria onesta del dopoguerra, sopravvissuti fin a noi.

Quando ho comprato le TV di casa, ho comprato Mivar (e solo Mivar).