mercoledì 31 ottobre 2007

Come un tubetto di dentifricio

In questi giorni ho avuto una piacevole conversazione con un neo assunto in azienda riguardo il futuro del nostro pianeta, di cui talvolta parlo, e sono stato felice di constatare che, a differenza di molti altri ragazzi, egli ne sapeva proprio tante. Se questi sono i nostri ragazzi, forse qualche speranza di attutire bene il colpo che arriverà, c'è ancora.

Tra le cose di cui mi ha parlato, ecco i due concetti fondamentali su cui insisto molto anche io, e che dobbiamo sempre tenere ben presenti:

(1) molto riuso e poco riciclo;
(2) le risorse della Terra sono limitate.

Il riuso è la prima parola chiave. Non possiamo più permetterci di buttare via cose che possono essere ancora utilizzate. Per esempio, il vetro. Un tempo ricordo che le bottiglie di vetro venivano raccolte per il riutilizzo, non si pensava minimamente di romperle. Perché adesso tutte le bottiglie, anche di tipologie differenti, vanno insieme rotte in una campana? Questo è uno spreco inutile di energia che verrà impiegata per rifondere il vetro e creare nuovi artefatti di qualità di vetro inferiore. Ancora: le nostre discariche sono piene di cose che avrebbero meritato un miglior uso.

L'altra parola chiave è che stiamo arrivando al capolinea. Penso al pane che stanno togliendo di bocca alle persone per produrre biocarburanti, alla foresta amazzonica che stanno depauperando per un pugno di cereali per automobili. E non solo.

Il mio neo collega ha espresso proprio bene il concetto: stiamo spremendo la Terra come un tubetto di dentifricio, che presto finirà.

sabato 27 ottobre 2007

Niente scuse


Per non andare in bicicletta, si possono anteporre delle motivazioni molto variegate, ma la maggior parte di esse sono solo delle scuse. Io ne ho raccolte un po' qua e là, anche commentando la mia passione con i colleghi: le presento qui, con le relative controargomentazioni.

  • È da tanto tempo (da quanto ero piccolo) che non vado in bici... Questa è un'ottima ragione per ricominciare! Il nostro corpo è fatto per muoversi, per cui muoviamolo! All'inizio bisogna prendersela comoda, e fare qualche giretto di prova per riabituarsi, in seguito ci si abitua e sarà come camminare.
  • La mia bicicletta è brutta e sporca. Non si ha bisogno di una bicicletta di alta gamma per andare al lavoro ogni giorno: prenderà acqua e sporcizia. Basta una bella pulita e si può iniziare a pedalare.
  • Non mi piace il traffico. La strada non porterà più rabbia, ma vera gioia: quando si vede che si sorpassano gli autisti stressati dal traffico, poi non si vorrà più usare l'auto in città.
  • Bucherò di sicuro la gomma. Oggigiorno non più. La tecnologia dei copertoni ha fatto tanta strada, e i migliori copertoni oggi sono praticamente esenti da forature.
  • Non ho la bicicletta. Acquista una bici di seconda mano, funzionale e poco costosa, tanto per iniziare.
  • Devo presentarmi in completo (giacca e cravatta). Sono in commercio delle borse che consentono di portare il completo senza stropicciarlo troppo. Alcune persone, concordemente con i propri responsabili, hanno a disposizione un piccolo armadietto in cui ripongono il proprio completo e qualche camicia. Occorre tenacia e un po' di organizzazione, ma si può fare.
  • Io puzzo se non riesco a farmi una doccia. Datti una passata veloce con un asciugamano bagnato, e porta con te i prodotti da toeletta che normalmente usi, tornerai fresco come una rosa. Se proprio non si riesce a farne a meno, ci potrebbe essere qualche fitness-club vicino che mette le proprie docce a disposizione ad una frazione del suo abbonamento. Comunque il sudore non puzza.
  • Abito troppo lontano. Prendi in considerazione la possibilità di arrivare con un altro mezzo in prossimità del lavoro (treno, auto, ...) e quindi di prendere la bicicletta per fare l'ultimo tratto di strada. Può essere anche che la strada sia più breve per l'automobile che non per la bicicletta, ma poi magari si va in palestra, attività evitabile se ci si allena in bicicletta.
  • I gas di scarico mi uccideranno. Le ricerche hanno dimostrato che gli autisti sono sottoposti ad un livello di inquinamento più elevato che non i ciclisti.
  • Ma che cosa faccio quando piove o fa freddo? I ciclisti veri dicono che non esiste il brutto tempo, ma solo il modo sbagliato di vestirsi. Si può pedalare anche con la pioggia e il freddo senza ammalarsi o bagnarsi (eccessivamente), basta indossare vestiti traspiranti e idro-repellenti, e non rimanere bagnati una volta giunti a destinazione.
  • Non c'è posto per parcheggiare la bicicletta. È molto difficile che non si trovi posto. In Milano e Torino è possibile parcheggiare la bici nei cortili, e comunque può essere il caso di parlarne con il responsabile dello stabile: d'altronde solitamente sono previsti degli spazi per le automobili, perché non per le biciclette?
  • Ma è troppo pericoloso andare in giro per la città, con tutto il traffico. Andare in bicicletta non è più pericoloso rispetto ad andare a piedi o in automobile. Più o meno i rischi sono gli stessi. Certo che se esistessero più piste ciclabili, i rischi sarebbero tendenti allo zero. Inoltre con la bicicletta si possono scegliere itinerari in cui il traffico automobilistico è inferiore se non nullo rispetto a grandi arterie.
  • Ma tu sei pazzo. Se nessuno inizia, non si cambierà mai. Io mi impegno, e voi?
Come potete vedere sopra in foto, a Copenhagen è normale usare la bicicletta anche per fare la spesa appena usciti dall'ufficio. Ah, Copenhagen ...

venerdì 19 ottobre 2007

Futuro (molto) incognito


In questi giorni i vari mezzi di informazione pubblicano la notizia che a New York il petrolio ha sfondato la quota di 90 USD al barile.

Vi siete chiesti il motivo dell'impennata di questi ultimi anni? Io una risposta, leggendo su Internet, me la sono data. Personalmente penso che non ci sia abbastanza petrolio per tutti. E soprattutto se ne sta estraendo sempre meno (oppure succederà presto).

Come tutti i beni con tanta domanda e poca offerta, il prezzo aumenta. E sono anche convinto che le guerre di questi anni siano state condotte affinché il più forte si garantisca gli opportuni approvvigionamenti per gli anni a venire. Alla fine, non siamo ancora veramente evoluti, e ci comportiamo come gli animali nella savana.

Io vorrei che non facessimo gli struzzi, mettendo la testa sotto la sabbia e facendo finta che il problema non ci sia. Il problema c'è, o ci sarà comunque fra pochissimo, e non vedo perché dovremmo dare una eredità così pesante ai nostri figli.

Nel breve periodo dovremmo spingere il più possibile sulle energie alternative (eolico, solare, idrico in primis), ma solo finché non si trova una soluzione più duratura, che al momento penso non ci sia.

Nel lungo periodo, non vedo soluzioni. A chi mi dice che la soluzione c'è ma la si tiene nel cassetto, replico che mi sembra uno struzzo, o un povero illuso.

lunedì 15 ottobre 2007

Viva la bicicletta


Più che scriverle, le cose occorre farle. Anche io voglio dare il mio contributo all'ambiente, e nel mio piccolo molte azioni sono volte a minimizzare l'impatto che la mia famiglia e io possiamo avere su esso.

Cerco di usare poco l'automobile, evito di comprare prodotti con molta confezione intorno, che andrà scartata: ad esempio, compro vasetti di yogurth da 1kg e congelo quello che non mangio subito, compro latte crudo prendendolo in bicicletta al sabato riusando la bottiglia di vetro, incremento l'uso di detersivi alla spina, ...

Ma un grande passo ritengo di averlo fatto decidendo di provare ad usare la mia bicicletta per girare in città (Milano). La passione per la bicicletta è relativamente recente: non per le biciclette da corsa, bensì per quelle da turismo (o trekking), quelle relativamente comode, poco pesanti, con cui si possono fare anche lunghi percorsi portandosi appresso un minimo di bagaglio (o il Gabriele di turno nel suo seggiolino). Ho quindi deciso di provare a usare la bicicletta per spostarmi in città, dopo essere sceso dal treno. Mi sono pure iscritto all'associazione di categoria (non l'avrei mai detto fino a qualche mese fa).

Più avanti magari parlerò di come mi trovo. Al momento mi preme dare qualche valida ragione sul perché usare la bicicletta, invitando tutti a provarla:

  1. è il mezzo di trasporto più efficiente: serve poco sforzo per percorrere tanti chilometri;
  2. in ambito cittadino, ha velocità medie maggiori di auto e mezzi pubblici;
  3. non inquina. E poi ricordiamoci che comunque il petrolio prima o poi finirà (brrrr);
  4. costa poco di manutenzione (soprattutto rispetto all'automobile);
  5. si respira meno smog che non in auto;
  6. si rimane in forma senza spendere i soldi per la palestra (al momento ho perso 6 kg e sono molto contento);
  7. sì, è vero, un po' si può sudare se la distanza è tanta. Ma basta cambiarsi la magliettina e si è come nuovi.
Che altro aggiungere? Buona pedalata!

P.S. Avete visto le "buone notizie" di Report, questa sera (domenica 14-ott)? Gli altri paesi europei sono sempre più avanti di noi Italiani quando si tratta di biciclette, e non solo ...

venerdì 12 ottobre 2007

Esami di riparazione

Questo è un post un po' anomalo, ma la scuola mi sta molto a cuore: è il principale luogo dove si diviene persone e cittadini, si prende coscienza del mondo che ci circonda, si gettano le basi per spiccare il volo. Senza scuola non c'è futuro.

'Stamane gli studenti hanno protestato, come sempre succede ad inizio d'anno scolastico. Forse sarò stato uno studente anomalo, ma non ho mai fatto un'assenza per protestare: ho sempre pensato che fosse una scusa per saltare un giorno di lezioni, e lo penso tutt'ora, perché se una persona vuole impegnarsi per migliorare la scuola, lo fa tutto l'anno e non solo qualche giorno. Soprattutto lo fa dapprima con i mezzi appropriati, nelle sedi preposte: la protesta in piazza deve essere una delle ultime cartucce da sparare.

Tra i motivi della protesta di questa mattina, la reintroduzione degli esami di riparazione a Settembre. Io li ritengo invece corretti, non vedo perché non si debbano fare delle differenze tra chi studia e chi non studia. Altresì non vedo la tragedia nel ripetere eventualmente l'anno scolastico, come non la vedo nell'accorgersi di non avere scelto la scuola corretta: fortunatamente si può cambiare.

Io ricordo che ai miei tempi l'unico giorno in cui non facevo veramente nulla era l'intervallo tra il sabato pomeriggio e la domenica mattina. Comunque mi divertivo anche, non studiavo e basta. Sono sempre stato promosso in tutte le materie, e sono sicuro di non essere una eccezione; ma gli esami a settembre non mi hanno mai veramente spaventato, perché ero sicuro che se mi impegnavo durante l'anno, non avrei avuto debiti.

lunedì 8 ottobre 2007

Rispettare le regole


Oggi ho potuto per una volta lavorare da casa, evitando la tortura del treno e dei mezzi pubblici, inscatolato come una sardina. Quale migliore occasione per accompagnare i bimbi? Detto fatto: caricati entrambi in auto, ho portato prima il piccolo al nido, e poi il maggiore alla materna. Volevo salutare anche l'educatrice di Gabriele, che quest'anno non avevo ancora visto.

Le scuole hanno una invidiabile posizione in mezzo al bosco, immerse nel verde, e ci sono anche dei sentieri che attraversandolo conducono al plesso scolastico. Come non approfittarne per fare due passi un po' più lunghi con Gabriele? E poi ci sono un sacco di castagne per terra, i lumaconi, forse si vede qualche scoiattolino: insomma un gran divertimento potenziale.

Se non fosse per una signora che porta a spasso il suo cagnolino per la stesso sentiero nel bosco. Ma come? Non c'era il divieto all'inizio del sentiero? Torno un po' indietro: certo che c'è. Ma come faccio io ad insegnare a Gabriele il rispetto delle regole, se poi vede altre persone che non le rispettano in maniera così plateale? Be', con tutto il rispetto, ma alla signora ho dovuto fare notare che non ha rispettato le regole (se l'è presa pure un po', peggio per lei ...)

Non riesco proprio a sopportare chi non rispetta le regole, a partire da chi definisce le stesse.
Ma perché si deve sempre cercare una maniera di svicolare, di evitare di rispettare le regole? Perché? Tutti dobbiamo rispettarle e soprattutto farle rispettare, senza voltarci dall'altra parte.

Le regole ci rendono liberi.


P.S. ho portato a fare revisionare una vecchia bici, proverò a girare così la città. Poi vi racconto.

venerdì 5 ottobre 2007

Autunno

Con l'autunno a pieno regime, sui blog che seguo leggo apprezzamenti sulla stagione. Ad eccezione dei suoi splendidi colori (ma non sempre e non dappertutto), a me l'autunno non piace essendo l'anticamera dell'inverno. Le giornate si accorciano, gli alberi perdono le foglie, non si può uscire per il freddo, in famiglia ci si ammala, il mondo sembra perdere vita anche se so che si sta riposando per la prossima bella stagione.

A me piace la primavera di Maggio. Mi piace la mattina presto, con il sole che occhieggia appena nato tra le foglie di un albero; mi piace l'aria frizzante, l'assenza di traffico e il canto degli uccelli. Mi piace quando mi sveglio perché ho tutta la giornata davanti a me.

Mi piacciono le cose definite, con la loro funzione chiara. Gli orologi mi piacciono perfettamente rotondi, con le tacche dei minuti ben chiare e leggibili.

Ecco, se proprio proprio potessi scegliere, mi piacerebbe passare autunno e inverno su quell'isola meravigliosa che ho conosciuto in viaggio di nozze (ma certo, con tutta la famiglia!).

giovedì 4 ottobre 2007

Memoria in immagini

Quale sorpresa abbiamo avuto nello scoprire che il vecchio cassettone della nonna celava un tesoro di 180 scatolette di diapositive, più un numero imprecisato di negativi! Che fare di tutte quelle piccole immagini impresse chissà quante volte sui muri di casa o su carta fotografica ormai perduta o ingiallita, vecchie anche di 40 anni?

Lì c'è il nostro passato, ricordi, memorie, ma anche finestre su di un mondo che non abbiamo mai conosciuto direttamente, che appartiene ai nostri genitori. Siamo stati subito d'accordo, Elena ed io: sono cose da preservare e tramandare, e se possibile recuperare e goderne.

Abbiamo fatto la spesa, acquistando attraverso Internet uno scanner semi-professionale per diapositive e pellicole (una rarità in questi tempi di foto digitali), e adesso che le immagini del passato prendono vigore e dettaglio con i moderni artifizi elettronici, sappiamo che sono stati soldi ben spesi.

Gli occhi sono diventati presto lucidi.