mercoledì 28 novembre 2007

Bagnetto

La vita del papà pendolare è difficile, soprattutto quando anche la mamma è pendolare. Per questo motivo cerco sempre di trarre il massimo godimento dai pochi momenti che trascorro con la mia famiglia (e TV spenta).

Un momento irrinunciabile in questo senso è il bagnetto serale. Ficco entrambi i bimbi nella vasca da bagno riempita per qualche centimetro di acqua calda. Il più piccolo si accorge subito che è arrivato il momento del bagno, già mentre lo spoglio sul fasciatoio scalpita e guarda giù; poi in acqua si diverte moltissimo a schizzare in giro imitando il maggiore. Il maggiore si diverte invece a fare le onde e a scherzare con il piccolo, insegnandogli a produrre uno schizzo di acqua con la mano.

Il piccolo è il primo a lasciare la vasca, ma senz'altro ci rimarrebbe ancora un po'. Dopo averlo ben asciugato e cambiato, lo affido alla mamma perché mi dedico al maggiore, che vuole scherzare di più osservandosi davanti allo specchio mentre lo vesto di tutto punto per la cena tardiva.

A sentire come si divertono insieme, mi rinfranco un po' sul futuro di questo nostro mondo.

martedì 20 novembre 2007

Albero di Natale

Quest'anno non faremo l'albero di Natale, troppo pericoloso per un bimbo di quasi un anno che gattona. Ma il maggiore non ci sta.

Mamma: «Questo Natale non possiamo fare il solito albero di Natale, dobbiamo fare un albero piccolo piccolo, che possa stare sul tavolo così tuo fratello non lo raggiunge.»

G.: «Ma mamma, possiamo metterlo nel sottotetto!»

M.: «Ma nel sottotetto non lo vediamo mai.»

G.: «Non è vero mamma, lo vediamo ogni volta che andiamo a fare la lavatrice!»

Bimbo osservatore: considerando il carico di lavatrici settimanali che facciamo, la visione dell'albero natalizio sarebbe frequente ...

domenica 18 novembre 2007

Back home

Finita l'esperienza statunitense, sono nuovamente a casa, tra l'affetto della mia famiglia e i guai di questa povera Italia.

Completo il panorama delle peculiarità che ho notato riguardo San Francisco, con questi ultimi punti.

Infrazioni stradali. Sebbene gli automobilisti siano più educati dei corrispettivi italiani, ho visto frequenti infrazioni anche a San Francisco. Più di una volta ho visto auto passare con il rosso (soprattutto nelle svolte a destra), transitare sulle corsie riservate agli autobus, e parcheggiare sulle corsie riservate alle biciclette.

Nebbia. Mi è capitato un giorno di uscire con il sole, e in meno di mezz'ora è calata sulla città una nebbia fitta, che si è dispersa alla sera. Ho scoperto che il fenomeno è molto comune.

Case e abitazioni. Ho visto case di molti tipi e colori. Il centro è caratterizzato da grattacieli e palazzi alti che ricordano la Manhattan di New York, tutto intorno, invece, le case sono singole, e le palazzine non superano i 2-3 piani. Soprattutto per le case singole, ho visto delle costruzioni veramente singolari per colori e ornamenti (una palazzina aveva addirittura dei mobili appesi sui muri esterni, come fosse un'opera di un bizzarro artista). Andando sulle colline dietro alla città, ammirandola dall'alto, ho visto che le case seguono il percorso delle strade: sembrava di vedere tanti trenini lunghissimi e immobili!

Trasporti pubblici. Ho visto che la città, per lo meno dove ho potuto vedere io, è molto ben coperta dalla rete dei trasporti pubblici, soprattutto tram e autobus. Intelligentemente, hanno anche costituito una rete di trasporto su rotaia molto veloce, la BART (bay area rapid transit), che attraversa San Francisco lungo Market Street, e su di essa permettono il trasporto delle biciclette. Quindi un pendolare che viene da lontano, arriva velocemente in città, e poi può spostarsi agilmente sulla bicicletta per raggiungere la sua destinazione finale.

Poliziotti in Trek. Sia lungo la costa che in aereoporto, ho visto che la polizia si muove per la città in bicicletta. Le biciclette di cui sono dotati sono delle Trek. Peccato che siano praticamente tutte senza parafanghi.

Come commento finale, posso dire che di San Francisco mi è piaciuto lo spirito di tolleranza e di accettazione che la permea. La città è stata una delle prime a ricevere i cinesi che lasciavano la loro terra, e lì si sono costituite in atto formale le Nazioni Unite nel 1945 (e penso che la scelta di San Francisco non sia stata casuale).

Alla prossima!

mercoledì 14 novembre 2007

Nota bene su San Francisco

Ho affittato la bici per una settimana, e mi diverto ad andare in giro per la città cercando di osservarla nelle sue peculiarità. In questi giorni ho notato queste cose che mi hanno colpito particolarmente.

Tutti in fila. Ho visto una coda di più di 20 persone, in fila per uno, attendere pazientemente il loro turno per salire sugli autobus.

Ad ogni quartiere il suo povero. A chinatown anche i poveri erano cinesi. Nel resto della città, i poveri sono sia neri che bianchi, ma niente cinesi.

Tram meneghini. Ho visto parecchi tram di Milano, con la croce rossa in campo bianco, tipica della città meneghina. Questi tram, assieme ad altri di varie città americane e del mondo, sono stati regolarmente acquistati dalla compagnia dei trasporti della città, quando sono stati dismessi dai rispettivi luoghi d'origine. Mi fa pensare il fatto che in San Francisco riusino (una delle mie parole preferite) e riutilizzino quello che da altre parti è stato giudicato non più utile.

Niente tag. La città è incredibilmente pulita ai muri, non ci sono i violenti scarabocchi a pennarello nero (i tag) che infestano Milano e troppe altre città d'Italia.

Piste ciclabili. La città è piena di piste ciclabili, che corrono ai bordi delle strade, consentendo una certa rapidità in elevata sicurezza per il ciclista.

Strisce pedonali. Riesco ad attraversare le strade sulle strisce pedonali con le auto che si fermano per farti passare.

Autobus pubblici con portabiciclette. Tutti gli autobus pubblici a San Francisco hanno, fissato al muso poco sopra il paraurti, un telaio nero pieghevole. Se non ci sono biciclette, rimane piegato sul muso. Con biciclette, è aperto a "L" e le bici stanno comodamente alloggiate. Penso che ci stiano 4 o 5 biciclette al massimo, ma è lodevole l'iniziativa.

Segnaletica stradale. Le corsie preferenziali per le biciclette e le piste ciclabili sono delimitate dalla classica segnaletica orizzontale, che qui è anche accompagnata da quella verticale composta da bei cartelli con sfondo giallo, molto bene evidenti.

Rastrelliere. Per la città ho notato parecchire rastrelliere a "U" capovolta, a cui possono essere ancorate le biciclette con lucchetti.

I "senza tetto" in bici. Ho visto molte persone senza dimora (i "barboni") accompagnare per mano la propria bicicletta carica all'inverosimile delle loro povere cose.

Tutta l'attenzione che la città ripone verso i ciclisti viene ripagata dalla loro presenza consistente e silenziosa: a partire dal mattino presto fino alla sera tardi, a volte in gruppo ma più spesso da soli, uomini e donne in bicicletta attraversano la città, senza farsi spaventare dall'andamento erto di certe strade.

domenica 11 novembre 2007

San Francisco

In questi giorni sono a San Francisco per lavoro. Ma oggi mi sono divertito ad andare per il Golden Gate in bicicletta. Devo proprio dire che la cultura del "biciclo a muscoli" qui e` evoluta, quasi tutte le strade hanno la loro pista ciclabile, e c'e` molto turismo basato sulla bicicletta. Piu` avanti publichero` anche qualche foto significativa, al momento vi dico che con la pioggia le rotaie dei tram diventano micidiali.

Adesso vado a fare un po' di shopping: devo trovare un pupazzino per i miei bimbi.

sabato 3 novembre 2007

Capolinea?


Pensavo di riprendere i discorsi sui miei bambini, ma in questi giorni stanno succedendo cose troppo brutte, che incideranno pesantemente sulla vita nostra e delle future generazioni.

Ieri (2-nov-07) sul Corriere della Sera, a pagina 26, l'articolo di Gabriele Dossena riporta queste parole: «(...) nel 2007, per la prima volta, la produzione di petrolio risulterà inferiore all'anno precedente. (...)»

Abbiamo raggiunto il picco di produzione. Ma il problema non è tanto questo, il vero problema è che lo sapevamo da almeno 70 anni e non abbiamo colpevolmente fatto nulla. Non esiste una vera alternativa al petrolio, non siamo pronti per farne a meno. L'uso intensivo di alternative per la produzione di energia elettrica (mulini a vento, pannelli fotovoltaici, energia idroelettrica, ...) potrebbe spostare di qualche anno l'inizio del periodo buio. Occorre che ci si metta tutti insieme e si trovi una soluzione.

In questo scenario, l'Italia è sempre il fanalino di coda. In Danimarca tra qualche anno sperano di arrivare al 50% dell'energia elettrica prodotta da mulini a vento. Noi arranchiamo.

Arriveranno anni difficili. Prepariamoci.