lunedì 24 dicembre 2007

Un'alleanza globale per la mobilità eco-compatibile

Rilancio volentieri la notizia del 21 Dicembre che l'European Cyclists' Federation, da Bali, ha chiesto a tutti di impegnarsi perché la classe politica favorisca con atti concreti il trasporto a propulsione muscolare (v. in fondo il video).

In sintesi, poiché "il settore trasporti è uno dei maggiori responsabili del cambiamento climatico (...), invece di aspettare nuove costose tecnologie che dovrebbero ridurre le emissioni di CO2, i politici dovrebbero concentrarsi meno sull’auto e più sulla bicicletta".

Abbiamo già una soluzione concreta, la bicicletta, perché non applicarla subito in attesa di trovare altre soluzioni? La bicicletta sarebbe efficacissima, in quanto gli studi rivelano che nell'Unione Europea il 50% dei percorsi automobilistici sono sotto i 5 km, distanza alla portata dei velocipedi.

Babbo Natale a Gabriele porterà una bicicletta senza rotelle.




L'appello del Presidente di ECF Manfred Neun.

sabato 22 dicembre 2007

Buone Feste


In questi ultimi due pomeriggi ho festeggiato i miei bimbi assieme ai loro compagni nelle rispettive scuole. Dopo un mese estenuante di attività, frenetico come lo può essere una fine d'anno e purtroppo non ancora concluso, questi due pomeriggi mi hanno riportato ad una dimensione più pacifica e tranquilla della vita.

E sono anche contento per il fatto che siamo riusciti a fare l'albero di Natale, nonostante fossimo stati inizialmente propensi a non farlo.



Buon Natale.

P.S. Una curiosità. Una delle educatrici del nido sa pure fare la birra, rigorosamente brianzola!

domenica 16 dicembre 2007

La mia bicicletta lavorativa


Ho pensato di illustrare come mi sono organizzato con la mia bicicletta, sperando da una parte di essere utile a qualcuno, e dall'altra di ricevere qualche suggerimento.

la mia biciclettaQuesta è la mia bicicletta, una Bianchi modello "Spillo Viola" di una quindicina d'anni fa. Si conduce molto bene, ma ha il difetto che su certe combinazioni di rapporto (quelli con la catena non parallela rispetto al telaio), sotto sforzo, si batte un colpo, come se la catena saltasse un dente della corona.

Come deterrente ai più comuni tipi di furto (intera bici, ruota anteriore, sella), ho dotato la bici di alcuni meccanismi di sicurezza. Innanzitutto, ho un lucchetto in una spessa corda d'acciaio, che però uso meno perché si può recidere facilmente con l'opportuna cesoia. Ho inoltre un secondo lucchetto, in cui la catena è fatta di una alternanza di piccoli cilindri e sfere, molto resistente alla rottura: porto entrambi i lucchetti avvolti attorno al manubrio, badando che non impediscano la sterzata. Infine, ho pure un lucchetto a "U", il più resistente tra tutti, che porto agganciato al tubo del cannotto della sella (v. foto).

Quando parcheggio, assicuro il telaio e una ruota ad un elemento fisso (cancellata, rastrelliera, palo), utilizzando il lucchetto a "U". Con l'altro lucchetto invece assicuro la seconda ruota al telaio o ad un altro elemento fisso, infilando anche il cappio del cavo d'acciaio che assicura la sella (v. foto). Purtroppo rubano tutto quello che è possibile portare via, e la sella e la ruota anteriore sono soggette ai furti per la facilità con cui si possono estrarre.


Le selle da corsa non sono idonee per l'utilizzo pendolare, le trovo troppo sottili per essere usate con dei pantaloni normali senza rinforzo. Ho fatto allora montare una sella molto comoda e relativamente morbida, con la quale faccio anche dei percorsi abbastanza lunghi senza difficoltá. Per essere ben visibile soprattutto di sera, ho predisposto un fanale anteriore a luce bianca e una luce rossa posteriore, alimentati da una dinamo, in modo che quando servano siano sempre disponibili. Ho sempre trovato eccessivamente pesante girare con la dinamo in funzione, ma quella di cui è dotata la mia Spillo è veramente leggera. Per trasportare la borsa del lavoro, ho fatto montare il portapacchi posteriore. In un negozio specializzato ho comprato gli idonei elastici, e con essi fisso la borsa del lavoro (il computer) al portapacchi.

Io e questa bicicletta saliamo sui treni regionali della Lombardia, con destinazione Milano. Talvolta è più difficile del solito viaggiare, perché nonostante ci sia il vano destinato alle biciclette, esso è chiuso o non agibile. L'ultima volta, il 13 Dicembre, sul 19:29 da Monza per Lecco, ho avuto anche la possibilità di chiedere al capotreno di aprirlo, e mi ha risposto che la porta non si riusciva ad aprire. Che tristezza.

sabato 15 dicembre 2007

In sicurezza

Per incrementare l'uso della bicicletta, la maniera migliore è dare l'esempio e investire nelle sue infrastrutture (piste ciclabili, segnaletica, rastrelliere, servizi di custodia e vigilanza, ...). All'Amministrazione Pubblica esse costano sicuramente meno delle infrastrutture per le automobili, e la gente le usa, come tutte le cose di pubblica utilità. Per esempio, oggi sono passato dalla stazione MM3 di San Donato Milanese, e sono rimasto sorpreso nel vedere quanto fossero stracolmi di biciclette i 4 parcheggi con rastrelliere antistanti la stazione.

Uno dei deterrenti all'uso della bici è indubbiamente il pericolo di incidenti. In questo però la tecnologia può aiutare. A Copenhagen, oltre a raddoppiare i soldi investiti in infrastrutture per biciclette (da 10 M€ a 20 M€) stanno per sperimentare una semplice maniera per avvertire gli autisti che un ciclista è in arrivo, facendo lampeggiare un diodo luminoso annegato nell'asfalto. A Grenaa, in Danimarca, con l'aiuto della tecnologia RF-ID, realizzano il sensore che fa scattare il meccanismo di avviso (luce lampeggiante), senza dover rompere l'asfalto.



Quando avremo questa attenzione per la mobilità sostenibile anche in Italia?

P.S. nella foto in alto, una bicicletta di servizio all'interno dell'edificio all'aeroporto di Francoforte.

martedì 11 dicembre 2007

Nel nostro piccolo

Che cosa posso fare io per il pianeta? Me lo chiedo spesso e altrettanto spesso la risposta viene dal fatto che devo cambiare abitudini.

In questo senso, se tutti cambiassimo un po' le nostre abitudini, l'impatto delle nostre scelte sarebbe imponente. Per esempio, se tutti andassimo in bicicletta quelle volte che la bicicletta fosse sufficiente, non ne gioveremmo tutti? Se tutti prendessimo il detersivo alla spina, quante confezioni di plastica in meno ci sarebbero in giro? Se ...

Ecco perché penso che nel nostro piccolo si cambia il mondo.

P.S. nella foto, due poliziotti a S. Francisco presidiano un tratto ciclopedonale di baia.

giovedì 6 dicembre 2007

Cialde usa&getta



L'usa&getta non ha futuro, e noi faremmo bene a liberarcene il prima possibile. Nel nostro piccolo dobbiamo privilegiare l'acquisto di beni di consumo durevoli, riparabili, riusabili, con poco imballaggio.

Questo mio post è dedicato ad una moda dilagante e secondo me delirante, quella di fare il caffè (e non solo) attraverso cialde monouso. Un caffè = 1 cialda. Un tè = 1 cialda. Un po' di plastica che ulteriormente va a depauperare il nostro mondo. Pensate a quante vagonate di queste cialde vengono utilizzate e quindi gettate via nel cestino ogni minuto, verso un probabile inceneritore o una discarica. La soluzione? Una bella caffettiera classica quando possibile, o l'uso di una macchinetta classica stile quella del bar, con il filtro caffè da ricaricare ogni volta e da sciacquare dopo l'uso. E rispetto alla cialda è meno peggio anche la macchina da caffè da ufficio classica, grande come un frigorifero, con il bicchierino di plastica o di cartone da gettare alla fine.

L'usa&getta finirà, e noi nel frattempo quanto male ci saremo fatti?

lunedì 3 dicembre 2007

Treno più bici per Milano


Come promesso, riporto le prime impressioni dall'uso della bici per girare in Milano, una volta sceso dal treno. Sto provando ad andare al lavoro a Milano in bicicletta, partendo da una stazione vicino casa mia distante 35 km da Milano.

La bicicletta. Ho fatto mettere a posto dal ciclista una vecchia MTB Bianchi di una quindicina d'anni fa, modello "spillo viola": ho fatto montare parafanghi, luci anteriore e posteriore con dinamo, portapacchi, nuova sella più morbida, e ho fatto verificare la meccanica. Pensavo che sarebbe stato meglio utilizzare questa bici al posto della mia nuova, per evitare rimorsi in caso di furto. Usandola, invece, mi sono reso conto che pedalo meglio rispetto alla mia.

Il treno. Non è affatto agevole il viaggio in treno. Quando va bene, c'è lo spazio riservato, ma quando va male c'è il treno a 2 piani che di fatto non ha posti riservati per le biciclette, e la convivenza con i passeggeri diventa difficile. Nelle stazioni devo portarmi su e giù la bici per le scale dei sottopassaggi, non esistono facilitazioni (ma come fanno le persone in carrozzina? vergogna!), e cambiando treno come mi succede almeno 1 volta per tratta, la cosa diventa frustrante per me e fastidiosa per i passeggeri intorno.

Lucchetti. Mi sono attrezzato per la sosta in città. Ho con me 3 lucchetti, di cui uno a "U" e un altro per moto (presi al Decathlon), ma ne utilizzo di solito 2. Lego sempre insieme il telaio e le ruote, e il tutto lo fisso a qualche rastrelliera. Per evitare il furto della sella, in un negozio specializzato ho trovato un cavo d'acciaio che ho fatto passare attraverso i binari della sella, e non dimentico mai di fissarlo con il lucchetto anch'esso.

Ci vuole tanta forza di volontà per resistere con la bicicletta, e io stesso non sempre riesco ad andarci. Ma quando ci riesco, è veramente bello girare per Milano in bicicletta, soprattutto quando c'è il bel tempo come in queste giornate, per arrivare in luoghi come Bonola e dintorni, la nuova sede della mia ditta.

P.S. nella foto: in bici per San Francisco

mercoledì 28 novembre 2007

Bagnetto

La vita del papà pendolare è difficile, soprattutto quando anche la mamma è pendolare. Per questo motivo cerco sempre di trarre il massimo godimento dai pochi momenti che trascorro con la mia famiglia (e TV spenta).

Un momento irrinunciabile in questo senso è il bagnetto serale. Ficco entrambi i bimbi nella vasca da bagno riempita per qualche centimetro di acqua calda. Il più piccolo si accorge subito che è arrivato il momento del bagno, già mentre lo spoglio sul fasciatoio scalpita e guarda giù; poi in acqua si diverte moltissimo a schizzare in giro imitando il maggiore. Il maggiore si diverte invece a fare le onde e a scherzare con il piccolo, insegnandogli a produrre uno schizzo di acqua con la mano.

Il piccolo è il primo a lasciare la vasca, ma senz'altro ci rimarrebbe ancora un po'. Dopo averlo ben asciugato e cambiato, lo affido alla mamma perché mi dedico al maggiore, che vuole scherzare di più osservandosi davanti allo specchio mentre lo vesto di tutto punto per la cena tardiva.

A sentire come si divertono insieme, mi rinfranco un po' sul futuro di questo nostro mondo.

martedì 20 novembre 2007

Albero di Natale

Quest'anno non faremo l'albero di Natale, troppo pericoloso per un bimbo di quasi un anno che gattona. Ma il maggiore non ci sta.

Mamma: «Questo Natale non possiamo fare il solito albero di Natale, dobbiamo fare un albero piccolo piccolo, che possa stare sul tavolo così tuo fratello non lo raggiunge.»

G.: «Ma mamma, possiamo metterlo nel sottotetto!»

M.: «Ma nel sottotetto non lo vediamo mai.»

G.: «Non è vero mamma, lo vediamo ogni volta che andiamo a fare la lavatrice!»

Bimbo osservatore: considerando il carico di lavatrici settimanali che facciamo, la visione dell'albero natalizio sarebbe frequente ...

domenica 18 novembre 2007

Back home

Finita l'esperienza statunitense, sono nuovamente a casa, tra l'affetto della mia famiglia e i guai di questa povera Italia.

Completo il panorama delle peculiarità che ho notato riguardo San Francisco, con questi ultimi punti.

Infrazioni stradali. Sebbene gli automobilisti siano più educati dei corrispettivi italiani, ho visto frequenti infrazioni anche a San Francisco. Più di una volta ho visto auto passare con il rosso (soprattutto nelle svolte a destra), transitare sulle corsie riservate agli autobus, e parcheggiare sulle corsie riservate alle biciclette.

Nebbia. Mi è capitato un giorno di uscire con il sole, e in meno di mezz'ora è calata sulla città una nebbia fitta, che si è dispersa alla sera. Ho scoperto che il fenomeno è molto comune.

Case e abitazioni. Ho visto case di molti tipi e colori. Il centro è caratterizzato da grattacieli e palazzi alti che ricordano la Manhattan di New York, tutto intorno, invece, le case sono singole, e le palazzine non superano i 2-3 piani. Soprattutto per le case singole, ho visto delle costruzioni veramente singolari per colori e ornamenti (una palazzina aveva addirittura dei mobili appesi sui muri esterni, come fosse un'opera di un bizzarro artista). Andando sulle colline dietro alla città, ammirandola dall'alto, ho visto che le case seguono il percorso delle strade: sembrava di vedere tanti trenini lunghissimi e immobili!

Trasporti pubblici. Ho visto che la città, per lo meno dove ho potuto vedere io, è molto ben coperta dalla rete dei trasporti pubblici, soprattutto tram e autobus. Intelligentemente, hanno anche costituito una rete di trasporto su rotaia molto veloce, la BART (bay area rapid transit), che attraversa San Francisco lungo Market Street, e su di essa permettono il trasporto delle biciclette. Quindi un pendolare che viene da lontano, arriva velocemente in città, e poi può spostarsi agilmente sulla bicicletta per raggiungere la sua destinazione finale.

Poliziotti in Trek. Sia lungo la costa che in aereoporto, ho visto che la polizia si muove per la città in bicicletta. Le biciclette di cui sono dotati sono delle Trek. Peccato che siano praticamente tutte senza parafanghi.

Come commento finale, posso dire che di San Francisco mi è piaciuto lo spirito di tolleranza e di accettazione che la permea. La città è stata una delle prime a ricevere i cinesi che lasciavano la loro terra, e lì si sono costituite in atto formale le Nazioni Unite nel 1945 (e penso che la scelta di San Francisco non sia stata casuale).

Alla prossima!

mercoledì 14 novembre 2007

Nota bene su San Francisco

Ho affittato la bici per una settimana, e mi diverto ad andare in giro per la città cercando di osservarla nelle sue peculiarità. In questi giorni ho notato queste cose che mi hanno colpito particolarmente.

Tutti in fila. Ho visto una coda di più di 20 persone, in fila per uno, attendere pazientemente il loro turno per salire sugli autobus.

Ad ogni quartiere il suo povero. A chinatown anche i poveri erano cinesi. Nel resto della città, i poveri sono sia neri che bianchi, ma niente cinesi.

Tram meneghini. Ho visto parecchi tram di Milano, con la croce rossa in campo bianco, tipica della città meneghina. Questi tram, assieme ad altri di varie città americane e del mondo, sono stati regolarmente acquistati dalla compagnia dei trasporti della città, quando sono stati dismessi dai rispettivi luoghi d'origine. Mi fa pensare il fatto che in San Francisco riusino (una delle mie parole preferite) e riutilizzino quello che da altre parti è stato giudicato non più utile.

Niente tag. La città è incredibilmente pulita ai muri, non ci sono i violenti scarabocchi a pennarello nero (i tag) che infestano Milano e troppe altre città d'Italia.

Piste ciclabili. La città è piena di piste ciclabili, che corrono ai bordi delle strade, consentendo una certa rapidità in elevata sicurezza per il ciclista.

Strisce pedonali. Riesco ad attraversare le strade sulle strisce pedonali con le auto che si fermano per farti passare.

Autobus pubblici con portabiciclette. Tutti gli autobus pubblici a San Francisco hanno, fissato al muso poco sopra il paraurti, un telaio nero pieghevole. Se non ci sono biciclette, rimane piegato sul muso. Con biciclette, è aperto a "L" e le bici stanno comodamente alloggiate. Penso che ci stiano 4 o 5 biciclette al massimo, ma è lodevole l'iniziativa.

Segnaletica stradale. Le corsie preferenziali per le biciclette e le piste ciclabili sono delimitate dalla classica segnaletica orizzontale, che qui è anche accompagnata da quella verticale composta da bei cartelli con sfondo giallo, molto bene evidenti.

Rastrelliere. Per la città ho notato parecchire rastrelliere a "U" capovolta, a cui possono essere ancorate le biciclette con lucchetti.

I "senza tetto" in bici. Ho visto molte persone senza dimora (i "barboni") accompagnare per mano la propria bicicletta carica all'inverosimile delle loro povere cose.

Tutta l'attenzione che la città ripone verso i ciclisti viene ripagata dalla loro presenza consistente e silenziosa: a partire dal mattino presto fino alla sera tardi, a volte in gruppo ma più spesso da soli, uomini e donne in bicicletta attraversano la città, senza farsi spaventare dall'andamento erto di certe strade.

domenica 11 novembre 2007

San Francisco

In questi giorni sono a San Francisco per lavoro. Ma oggi mi sono divertito ad andare per il Golden Gate in bicicletta. Devo proprio dire che la cultura del "biciclo a muscoli" qui e` evoluta, quasi tutte le strade hanno la loro pista ciclabile, e c'e` molto turismo basato sulla bicicletta. Piu` avanti publichero` anche qualche foto significativa, al momento vi dico che con la pioggia le rotaie dei tram diventano micidiali.

Adesso vado a fare un po' di shopping: devo trovare un pupazzino per i miei bimbi.

sabato 3 novembre 2007

Capolinea?


Pensavo di riprendere i discorsi sui miei bambini, ma in questi giorni stanno succedendo cose troppo brutte, che incideranno pesantemente sulla vita nostra e delle future generazioni.

Ieri (2-nov-07) sul Corriere della Sera, a pagina 26, l'articolo di Gabriele Dossena riporta queste parole: «(...) nel 2007, per la prima volta, la produzione di petrolio risulterà inferiore all'anno precedente. (...)»

Abbiamo raggiunto il picco di produzione. Ma il problema non è tanto questo, il vero problema è che lo sapevamo da almeno 70 anni e non abbiamo colpevolmente fatto nulla. Non esiste una vera alternativa al petrolio, non siamo pronti per farne a meno. L'uso intensivo di alternative per la produzione di energia elettrica (mulini a vento, pannelli fotovoltaici, energia idroelettrica, ...) potrebbe spostare di qualche anno l'inizio del periodo buio. Occorre che ci si metta tutti insieme e si trovi una soluzione.

In questo scenario, l'Italia è sempre il fanalino di coda. In Danimarca tra qualche anno sperano di arrivare al 50% dell'energia elettrica prodotta da mulini a vento. Noi arranchiamo.

Arriveranno anni difficili. Prepariamoci.

mercoledì 31 ottobre 2007

Come un tubetto di dentifricio

In questi giorni ho avuto una piacevole conversazione con un neo assunto in azienda riguardo il futuro del nostro pianeta, di cui talvolta parlo, e sono stato felice di constatare che, a differenza di molti altri ragazzi, egli ne sapeva proprio tante. Se questi sono i nostri ragazzi, forse qualche speranza di attutire bene il colpo che arriverà, c'è ancora.

Tra le cose di cui mi ha parlato, ecco i due concetti fondamentali su cui insisto molto anche io, e che dobbiamo sempre tenere ben presenti:

(1) molto riuso e poco riciclo;
(2) le risorse della Terra sono limitate.

Il riuso è la prima parola chiave. Non possiamo più permetterci di buttare via cose che possono essere ancora utilizzate. Per esempio, il vetro. Un tempo ricordo che le bottiglie di vetro venivano raccolte per il riutilizzo, non si pensava minimamente di romperle. Perché adesso tutte le bottiglie, anche di tipologie differenti, vanno insieme rotte in una campana? Questo è uno spreco inutile di energia che verrà impiegata per rifondere il vetro e creare nuovi artefatti di qualità di vetro inferiore. Ancora: le nostre discariche sono piene di cose che avrebbero meritato un miglior uso.

L'altra parola chiave è che stiamo arrivando al capolinea. Penso al pane che stanno togliendo di bocca alle persone per produrre biocarburanti, alla foresta amazzonica che stanno depauperando per un pugno di cereali per automobili. E non solo.

Il mio neo collega ha espresso proprio bene il concetto: stiamo spremendo la Terra come un tubetto di dentifricio, che presto finirà.

sabato 27 ottobre 2007

Niente scuse


Per non andare in bicicletta, si possono anteporre delle motivazioni molto variegate, ma la maggior parte di esse sono solo delle scuse. Io ne ho raccolte un po' qua e là, anche commentando la mia passione con i colleghi: le presento qui, con le relative controargomentazioni.

  • È da tanto tempo (da quanto ero piccolo) che non vado in bici... Questa è un'ottima ragione per ricominciare! Il nostro corpo è fatto per muoversi, per cui muoviamolo! All'inizio bisogna prendersela comoda, e fare qualche giretto di prova per riabituarsi, in seguito ci si abitua e sarà come camminare.
  • La mia bicicletta è brutta e sporca. Non si ha bisogno di una bicicletta di alta gamma per andare al lavoro ogni giorno: prenderà acqua e sporcizia. Basta una bella pulita e si può iniziare a pedalare.
  • Non mi piace il traffico. La strada non porterà più rabbia, ma vera gioia: quando si vede che si sorpassano gli autisti stressati dal traffico, poi non si vorrà più usare l'auto in città.
  • Bucherò di sicuro la gomma. Oggigiorno non più. La tecnologia dei copertoni ha fatto tanta strada, e i migliori copertoni oggi sono praticamente esenti da forature.
  • Non ho la bicicletta. Acquista una bici di seconda mano, funzionale e poco costosa, tanto per iniziare.
  • Devo presentarmi in completo (giacca e cravatta). Sono in commercio delle borse che consentono di portare il completo senza stropicciarlo troppo. Alcune persone, concordemente con i propri responsabili, hanno a disposizione un piccolo armadietto in cui ripongono il proprio completo e qualche camicia. Occorre tenacia e un po' di organizzazione, ma si può fare.
  • Io puzzo se non riesco a farmi una doccia. Datti una passata veloce con un asciugamano bagnato, e porta con te i prodotti da toeletta che normalmente usi, tornerai fresco come una rosa. Se proprio non si riesce a farne a meno, ci potrebbe essere qualche fitness-club vicino che mette le proprie docce a disposizione ad una frazione del suo abbonamento. Comunque il sudore non puzza.
  • Abito troppo lontano. Prendi in considerazione la possibilità di arrivare con un altro mezzo in prossimità del lavoro (treno, auto, ...) e quindi di prendere la bicicletta per fare l'ultimo tratto di strada. Può essere anche che la strada sia più breve per l'automobile che non per la bicicletta, ma poi magari si va in palestra, attività evitabile se ci si allena in bicicletta.
  • I gas di scarico mi uccideranno. Le ricerche hanno dimostrato che gli autisti sono sottoposti ad un livello di inquinamento più elevato che non i ciclisti.
  • Ma che cosa faccio quando piove o fa freddo? I ciclisti veri dicono che non esiste il brutto tempo, ma solo il modo sbagliato di vestirsi. Si può pedalare anche con la pioggia e il freddo senza ammalarsi o bagnarsi (eccessivamente), basta indossare vestiti traspiranti e idro-repellenti, e non rimanere bagnati una volta giunti a destinazione.
  • Non c'è posto per parcheggiare la bicicletta. È molto difficile che non si trovi posto. In Milano e Torino è possibile parcheggiare la bici nei cortili, e comunque può essere il caso di parlarne con il responsabile dello stabile: d'altronde solitamente sono previsti degli spazi per le automobili, perché non per le biciclette?
  • Ma è troppo pericoloso andare in giro per la città, con tutto il traffico. Andare in bicicletta non è più pericoloso rispetto ad andare a piedi o in automobile. Più o meno i rischi sono gli stessi. Certo che se esistessero più piste ciclabili, i rischi sarebbero tendenti allo zero. Inoltre con la bicicletta si possono scegliere itinerari in cui il traffico automobilistico è inferiore se non nullo rispetto a grandi arterie.
  • Ma tu sei pazzo. Se nessuno inizia, non si cambierà mai. Io mi impegno, e voi?
Come potete vedere sopra in foto, a Copenhagen è normale usare la bicicletta anche per fare la spesa appena usciti dall'ufficio. Ah, Copenhagen ...

venerdì 19 ottobre 2007

Futuro (molto) incognito


In questi giorni i vari mezzi di informazione pubblicano la notizia che a New York il petrolio ha sfondato la quota di 90 USD al barile.

Vi siete chiesti il motivo dell'impennata di questi ultimi anni? Io una risposta, leggendo su Internet, me la sono data. Personalmente penso che non ci sia abbastanza petrolio per tutti. E soprattutto se ne sta estraendo sempre meno (oppure succederà presto).

Come tutti i beni con tanta domanda e poca offerta, il prezzo aumenta. E sono anche convinto che le guerre di questi anni siano state condotte affinché il più forte si garantisca gli opportuni approvvigionamenti per gli anni a venire. Alla fine, non siamo ancora veramente evoluti, e ci comportiamo come gli animali nella savana.

Io vorrei che non facessimo gli struzzi, mettendo la testa sotto la sabbia e facendo finta che il problema non ci sia. Il problema c'è, o ci sarà comunque fra pochissimo, e non vedo perché dovremmo dare una eredità così pesante ai nostri figli.

Nel breve periodo dovremmo spingere il più possibile sulle energie alternative (eolico, solare, idrico in primis), ma solo finché non si trova una soluzione più duratura, che al momento penso non ci sia.

Nel lungo periodo, non vedo soluzioni. A chi mi dice che la soluzione c'è ma la si tiene nel cassetto, replico che mi sembra uno struzzo, o un povero illuso.

lunedì 15 ottobre 2007

Viva la bicicletta


Più che scriverle, le cose occorre farle. Anche io voglio dare il mio contributo all'ambiente, e nel mio piccolo molte azioni sono volte a minimizzare l'impatto che la mia famiglia e io possiamo avere su esso.

Cerco di usare poco l'automobile, evito di comprare prodotti con molta confezione intorno, che andrà scartata: ad esempio, compro vasetti di yogurth da 1kg e congelo quello che non mangio subito, compro latte crudo prendendolo in bicicletta al sabato riusando la bottiglia di vetro, incremento l'uso di detersivi alla spina, ...

Ma un grande passo ritengo di averlo fatto decidendo di provare ad usare la mia bicicletta per girare in città (Milano). La passione per la bicicletta è relativamente recente: non per le biciclette da corsa, bensì per quelle da turismo (o trekking), quelle relativamente comode, poco pesanti, con cui si possono fare anche lunghi percorsi portandosi appresso un minimo di bagaglio (o il Gabriele di turno nel suo seggiolino). Ho quindi deciso di provare a usare la bicicletta per spostarmi in città, dopo essere sceso dal treno. Mi sono pure iscritto all'associazione di categoria (non l'avrei mai detto fino a qualche mese fa).

Più avanti magari parlerò di come mi trovo. Al momento mi preme dare qualche valida ragione sul perché usare la bicicletta, invitando tutti a provarla:

  1. è il mezzo di trasporto più efficiente: serve poco sforzo per percorrere tanti chilometri;
  2. in ambito cittadino, ha velocità medie maggiori di auto e mezzi pubblici;
  3. non inquina. E poi ricordiamoci che comunque il petrolio prima o poi finirà (brrrr);
  4. costa poco di manutenzione (soprattutto rispetto all'automobile);
  5. si respira meno smog che non in auto;
  6. si rimane in forma senza spendere i soldi per la palestra (al momento ho perso 6 kg e sono molto contento);
  7. sì, è vero, un po' si può sudare se la distanza è tanta. Ma basta cambiarsi la magliettina e si è come nuovi.
Che altro aggiungere? Buona pedalata!

P.S. Avete visto le "buone notizie" di Report, questa sera (domenica 14-ott)? Gli altri paesi europei sono sempre più avanti di noi Italiani quando si tratta di biciclette, e non solo ...

venerdì 12 ottobre 2007

Esami di riparazione

Questo è un post un po' anomalo, ma la scuola mi sta molto a cuore: è il principale luogo dove si diviene persone e cittadini, si prende coscienza del mondo che ci circonda, si gettano le basi per spiccare il volo. Senza scuola non c'è futuro.

'Stamane gli studenti hanno protestato, come sempre succede ad inizio d'anno scolastico. Forse sarò stato uno studente anomalo, ma non ho mai fatto un'assenza per protestare: ho sempre pensato che fosse una scusa per saltare un giorno di lezioni, e lo penso tutt'ora, perché se una persona vuole impegnarsi per migliorare la scuola, lo fa tutto l'anno e non solo qualche giorno. Soprattutto lo fa dapprima con i mezzi appropriati, nelle sedi preposte: la protesta in piazza deve essere una delle ultime cartucce da sparare.

Tra i motivi della protesta di questa mattina, la reintroduzione degli esami di riparazione a Settembre. Io li ritengo invece corretti, non vedo perché non si debbano fare delle differenze tra chi studia e chi non studia. Altresì non vedo la tragedia nel ripetere eventualmente l'anno scolastico, come non la vedo nell'accorgersi di non avere scelto la scuola corretta: fortunatamente si può cambiare.

Io ricordo che ai miei tempi l'unico giorno in cui non facevo veramente nulla era l'intervallo tra il sabato pomeriggio e la domenica mattina. Comunque mi divertivo anche, non studiavo e basta. Sono sempre stato promosso in tutte le materie, e sono sicuro di non essere una eccezione; ma gli esami a settembre non mi hanno mai veramente spaventato, perché ero sicuro che se mi impegnavo durante l'anno, non avrei avuto debiti.

lunedì 8 ottobre 2007

Rispettare le regole


Oggi ho potuto per una volta lavorare da casa, evitando la tortura del treno e dei mezzi pubblici, inscatolato come una sardina. Quale migliore occasione per accompagnare i bimbi? Detto fatto: caricati entrambi in auto, ho portato prima il piccolo al nido, e poi il maggiore alla materna. Volevo salutare anche l'educatrice di Gabriele, che quest'anno non avevo ancora visto.

Le scuole hanno una invidiabile posizione in mezzo al bosco, immerse nel verde, e ci sono anche dei sentieri che attraversandolo conducono al plesso scolastico. Come non approfittarne per fare due passi un po' più lunghi con Gabriele? E poi ci sono un sacco di castagne per terra, i lumaconi, forse si vede qualche scoiattolino: insomma un gran divertimento potenziale.

Se non fosse per una signora che porta a spasso il suo cagnolino per la stesso sentiero nel bosco. Ma come? Non c'era il divieto all'inizio del sentiero? Torno un po' indietro: certo che c'è. Ma come faccio io ad insegnare a Gabriele il rispetto delle regole, se poi vede altre persone che non le rispettano in maniera così plateale? Be', con tutto il rispetto, ma alla signora ho dovuto fare notare che non ha rispettato le regole (se l'è presa pure un po', peggio per lei ...)

Non riesco proprio a sopportare chi non rispetta le regole, a partire da chi definisce le stesse.
Ma perché si deve sempre cercare una maniera di svicolare, di evitare di rispettare le regole? Perché? Tutti dobbiamo rispettarle e soprattutto farle rispettare, senza voltarci dall'altra parte.

Le regole ci rendono liberi.


P.S. ho portato a fare revisionare una vecchia bici, proverò a girare così la città. Poi vi racconto.

venerdì 5 ottobre 2007

Autunno

Con l'autunno a pieno regime, sui blog che seguo leggo apprezzamenti sulla stagione. Ad eccezione dei suoi splendidi colori (ma non sempre e non dappertutto), a me l'autunno non piace essendo l'anticamera dell'inverno. Le giornate si accorciano, gli alberi perdono le foglie, non si può uscire per il freddo, in famiglia ci si ammala, il mondo sembra perdere vita anche se so che si sta riposando per la prossima bella stagione.

A me piace la primavera di Maggio. Mi piace la mattina presto, con il sole che occhieggia appena nato tra le foglie di un albero; mi piace l'aria frizzante, l'assenza di traffico e il canto degli uccelli. Mi piace quando mi sveglio perché ho tutta la giornata davanti a me.

Mi piacciono le cose definite, con la loro funzione chiara. Gli orologi mi piacciono perfettamente rotondi, con le tacche dei minuti ben chiare e leggibili.

Ecco, se proprio proprio potessi scegliere, mi piacerebbe passare autunno e inverno su quell'isola meravigliosa che ho conosciuto in viaggio di nozze (ma certo, con tutta la famiglia!).

giovedì 4 ottobre 2007

Memoria in immagini

Quale sorpresa abbiamo avuto nello scoprire che il vecchio cassettone della nonna celava un tesoro di 180 scatolette di diapositive, più un numero imprecisato di negativi! Che fare di tutte quelle piccole immagini impresse chissà quante volte sui muri di casa o su carta fotografica ormai perduta o ingiallita, vecchie anche di 40 anni?

Lì c'è il nostro passato, ricordi, memorie, ma anche finestre su di un mondo che non abbiamo mai conosciuto direttamente, che appartiene ai nostri genitori. Siamo stati subito d'accordo, Elena ed io: sono cose da preservare e tramandare, e se possibile recuperare e goderne.

Abbiamo fatto la spesa, acquistando attraverso Internet uno scanner semi-professionale per diapositive e pellicole (una rarità in questi tempi di foto digitali), e adesso che le immagini del passato prendono vigore e dettaglio con i moderni artifizi elettronici, sappiamo che sono stati soldi ben spesi.

Gli occhi sono diventati presto lucidi.

lunedì 24 settembre 2007

A misura d'uomo


A conclusione della settimana europea della mobilità sostenibile, domenica mattina ho caricato sul treno per Milano sia Gabriele che la fidata bicicletta, per percorrere le strade cittadine in maniera alternativa rispetto al solito tram feriale. La mattinata era deliziosamente tiepida e il traffico quasi inesistente, purtroppo ho constatato come una moderna città come Milano sia contro i bambini e contro un vivere a misura d'uomo.

Ben lontana dalle altre città europee, Milano latita di piste ciclabili, di zone pedonali e vive di traffico, sosta abusiva e pirateria stradale. Specchio dell'Italia di questi anni, queste illegalità sono davanti agli occhi di tutti, perfino di quelle forze dell'ordine forse impotenti di fronte a questi soprusi: l'illegalità è diventata normalità, diritto acquisito da parte del prepotente.

Dalla stazione FS di Porta Garibaldi, in 10' (dieci minuti) ero in Piazza del Duomo. Con altrettanta strada arrivo dall'altra parte della città. Non ci sono motivi per non girare Milano in bicicletta, se non per la insicurezza e il pericolo di venire investiti. Non si suda molto: si suda di più a prendere un tram, garantito. Sul sito della fiab si dice che "l'energia impiegata da un ciclista che pedala a 15Km/h, tradotta in consumo di benzina, significa che percorre 800 Km con un litro. In altri termini, come si trova scritto su una simpatica bustina di zucchero distribuita nei bar di Ferrara, un ciclista con le calorie di 100 grammi di zucchero percorre 37 Km".

Non riuscirò a cambiare Milano: saranno i prossimi anni a cambiare noi. Garantito.

lunedì 17 settembre 2007

Laghetto di Sartirana

Ma chi avrebbe mai detto che dietro Merate ci fosse un così bell'angolo pittoresco? Ho scoperto il laghetto di Sartirana da Google Earth, mentre visionavo alcuni indirizzi di Pagnano.

Come preannunciato in uno dei post precedenti, al termine della mattinata di Sabato, Gabriele ed io siamo andati fin lassù: dopo aver raggiunto Merate (che è già abbastanza in salita), siamo saliti ancora di più fino all'osservatorio astronomico, dopodiché la strada si è fatta più dolce. Siamo transitati attraverso fior di ville, nate molto tempo fa come residenze della Milano ricca, finché il paesaggio è mutato improvvisamente lasciando posto alla campagna con case più modeste.

C'è la possibilità di girargli intorno con un sentiero, purtroppo a causa dell'ora tarda siamo dovuti tornare indietro. Ci ritorneremo, magari in autunno, quando i suoi colori caldi renderanno ancora più bello il posto.

sabato 15 settembre 2007

Ignoranza

Che cosa c'è di peggio dell'ignoranza? L'ignoranza rende deboli, fa sentire inferiori. Voglio un mondo in cui le persone siano consapevoli, pensino con la loro testa e con cognizione, e questo mondo sarà migliore di quanto non lo sia ora. Sapere e Informazione fanno la differenza tra vivere e sopravvivere.

Ho già una battaglia in sospeso per questo, di cui trattano alcuni tra i miei link, ma verrà il tempo anche per quella. Adesso invece sono stato toccato dopo avere letto l'ennesima dichiarazione di persone che stimano astrologi, cartomanti, maghi e ciarlatani vari.

Non sopporto l'idea che dei parassiti e ciarlatani (perché questo sono) turlupino le persone più deboli e ingenue, non solo chiedendo direttamente soldi, ma anche vivendo della stima che altri portano loro. Parole vuote, nulle, senza peso che escono dalla bocca dei vari compositori di oroscopi così come da chi legge la mano a lume di candela. Penso che devo anche protestare con la Rai, che con il mio canone paga personaggi come astrologi e compagnia briscola: io non sono d'accordo, l'oroscopo non è un servizio pubblico.

Non ho ancora smesso di impegnarmi perché questo non succeda più, e non mi sento ingenuo quando penso che, per quanto poco, posso anch'io cambiare il mondo. E ai miei figli insegnerò a credere in loro stessi, rimanendo quanto più simili a quel laghetto lassù.

venerdì 14 settembre 2007

Ipnotizzato dalle foto ...

... del mondo che vive. Una selezione delle immagini appena caricate su Blogger da tutti gli utenti. Press Play.

giovedì 13 settembre 2007

Estate in fotografia

Dopo aver letto un post di Sciura Pina, ho deciso di partecipare anch'io al concorso di Samuele Silva inviando gli scatti riportati in questo post.

Mi piacerebbe vincere uno dei due premi descritti (messi in palio da Rebelio e Apogeo), ma è stato altrettanto bello vedersi gli scatti delle altre persone. Che bella estate che è stata!






mercoledì 12 settembre 2007

Crescere


Ho sempre tanti dubbi che mi assillano, e da quando ci sono anche Gabriele e Riccardo, si aggiungono anche quelli sul fatto di essere o meno un "buon papà" (espressione che vuol dire tutto e niente) e sulla speranza che i miei figli siano delle persone oneste e che creadano in loro stessi.

In ufficio presto al mattino con me c'è un altro bis-papà, con il quale scambio le esperienze su come conciliare lavoro e famiglia. Il discorso oggi è caduto su quando i nostri figli cresceranno. Mi ha colpito quello che mi ha detto: «Non educo i miei figli dicendo loro quello che non devono fare. Mio padre non mi ha mai detto "Non ti drogare" e "Non fumare": lui mi ha fatto vedere quanto sia bella la vita vissuta in una certa maniera, ed è stato naturale per me non drogarmi e non fumare.»

Non so se abbia ragione o meno, ma è un bel punto di vista. Dedicherò alla mia famiglia sempre tutto il tempo che potrò.

P.S. Il prossimo week-end mi vede impeganto con la classica gita in bicicletta, questa volta al laghetto di Sartirana (che non ho mai visto nemmeno io) con presa di latte crudo al ritorno, e domenica sera spettacolo dei fuochi artificiali a Brivio. Imperdibili.

venerdì 7 settembre 2007

Latte crudo

Ho notato che in questi giorni si parla sui giornali del rincaro di generi di prima necessità, tra cui il latte. E sempre più o meno negli stessi giorni ho visto la protesta degli allevatori, che si lamentano di venire pagati per il latte poco rispetto al prezzo finale che il consumatore versa.

Ho deciso allora che nel mio piccolo avrei fatto anche io qualcosa. Sarò una formichina nel mare dei consumatori, ma so di non essere solo. Mi sono dato un po' da fare e ho scoperto che relativamente vicino a casa mia, a 13 km circa (+ 13 km per il ritorno), a Maresso e a Missaglia, la locale cascina San Francesco ha posizionato due distributori di latte crudo. Tutti i week-end, tempo permettendo, con Gabriele fido compagno nel seggiolino posteriore, percorro in bici la strada fino al distributore, carico 3 o 4 litri, e me ne ritorno a casa con tappa di riposo presso la nonna a Montevecchia. Non posso andare in auto, altrimenti che ecologista sarei?

Sono sempre stato una "buona forchetta", il che per me significa anche non avere il palato fine. Non sono mai riuscito a percepire la differenza tra latte a lunga conservazione e latte fresco, solamente tra quello intero (fresco) e quello parzialmente scremato ho notato qualche differenza. Beh, non ci potevo credere, ma il latte crudo ha un sapore diverso dal latte intero fresco, tanto diverso che anche io riesco a percepirlo. Inoltre ho notato che non riesco a montare con la "schiumarola" il latte crudo: lui vuole essere bevuto così com'è.

Il prossimo passo sarà aderire a qualche gruppo di acquisto solidale, per cercare di diminuire un po' il via vai delle merci da posti remoti rispetto al luogo di consumo.

Pensiamoci. Io ci penso sempre.

domenica 2 settembre 2007

Imitazione


Riccardo comincia a muoversi sempre di più, e dobbiamo sempre tenerlo d'occhio. L'altro giorno l'ho appoggiato seduto sul divano per potermi allacciare le scarpe, e lui ne ha approfittato per dare un'occhiatina al pavimento. Peccato che il peso della sua testa lo ha sbilanciato, e io ho fatto appena in tempo a rallentare la sua caduta facendogli fare una giravolta con atterraggio sulla poltroncina di Gabriele. L'ha presa bene: se ne è uscito con un sorrisone.

Ieri Riccardo stava giocando con Gabriele sul suo letto. Ad un certo punto lo sentiamo frignare, e arrivati in camera, troviamo Riccardo giù dal letto. Gabriele, seduto e con un grande sorriso, ci accoglie dicendo: «Riccardo è caduto dal letto. Ho fatto come papà!»

martedì 28 agosto 2007

No alcol


Io sono astemio, Elena è astemia e, se possibile, anche i miei figli lo rimarranno. L'alcol etilico è una droga, principalmente perché provoca dipendenza, ed è un veleno, considerate le conseguenze spesso devastanti che produce nel corpo di chi lo assume.

Purtroppo è usuale accettare l'assunzione delle bevande alcoliche come normale abitudine di una persona. Esiste anche in Italia un vizio del bere, vigliaccamente spacciato come "cultura del bere", difeso anche da autorevoli persone che spesso hanno degli interessi pecuniari nell'alcol.

Non faccio moralismi, ognuno si comporti come creda nella vita, ma il bere alcol (vino, birra, ...) provoca danni. E, almeno in Italia, l'alcol provoca pure parecchi danni anche a chi non ne beve.

Mi piacerebbe un giorno vedere una Italia senza alcol e senza partite di calcio.

mercoledì 22 agosto 2007

«Yes Kid»


Di questi giorni è la notizia di un libro che descriverebbe le ragioni per non avere figli (per approfondimenti si può vedere qui). Tanta pubblicità gratuita per un'autrice psicanalista a sua volta madre.

Le 20 ragioni reperibili dal collegamento, così come sono, mi sembrano esternate da una madre che si è arresa di fronte all'evidenza di non essere stata capace di ritagliarsi degli spazi per sé stessa.

  1. Il parto è una tortura. Non è un concetto valido per tutte le mamme e per tutti i parti, dipende da molti fattori come la soglia del dolore, la conformazione del corpo, il coinvolgimento di persone amiche durante il travaglio, ...
  2. Diventerete dispensatrici ambulanti di cibo. Gabriele mangia al tavolo con tutti noi, e così succede per molti altri bambini e in tutti gli asili del mondo. Ho spesso dato la mia videocamera alle educatrici dell'asilo nido di Gabriele, dicendo di fare qualche ripresa e dando poi loro il DVD creato: è interessante vedere il proprio figlio in un ambiente senza i propri genitori, a volte sembra di non riconoscerlo!
  3. Lotterete per continuare a divertirvi. Una lotta? E poi che cosa significa "divertirsi"? Uscire spesso con gli amici o le amiche? Io sicuramente ho cambiato le mie priorità: quando non lavoro voglio stare in famiglia. Per me il cambiamento di priorità è stato naturale, da un giorno all'altro quello che prima mi sembrava importante adesso non lo è più, e altre cose che prima ignoravo o sminuivo sono diventate essenziali. Organizzandomi con Elena, riusciamo anche a ritagliarci il tempo per noi stessi.
  4. Perderete i contatti con gli amici. Dipende dalle abitudini dei cosiddetti amici. Io ed Elena sicuramente non ci vediamo molto con i vecchi amici, ma ne abbiamo altri con cui condividiamo dei momenti di spensieratezza.
  5. Dovrete imparare un linguaggio da veri idioti per riuscire a comunicare con i vostri figli. Io con Gabriele e Riccardo parlo normalmente, come penso facciano (quasi) tutte le mamme e i papà.
  6. I figli uccideranno il vostro desiderio. Non fornisco particolari se non sotto tortura, ma posso smentire tranquillamente questa frase.
  7. I figli suonano la campana a morto della vostra vita di coppia. Frasona ad effetto a cui rispondo con la frasona «Non si può avere tutto dalla vita». Basta organizzarsi un po' e condividere gli stessi obiettivi con il partner, ma si può ritagliare sia spazio per sé stessi che spazio per la coppia.
  8. Fare figli è da conformisti. È una sua opinione, non esiste una definizione di conformista.
  9. I figli costano. A parte che si sa fin dall'inizio che ci sarà un maggiore esborso, ma i figli sono una opportunità, non un peso.
  10. Verrete ingannati pensando che non esista niente come un figlio perfetto. Personalmente non l'ho capita. Forse è stata tradotta poco bene in italiano.
  11. Sarete inevitabilmente delusi dai vostri figli. Dipende dalle aspettative che uno ha dai propri figli (come dalla propria vita per sé stessi), ma anche dal motivo della delusione. Possibile che una sconfitta debba essere motivo di delusione? Lo sport non insegna nulla?
  12. Tutti si aspetteranno che voi siate una madre prima che una professionista e una donna. A parte che io non sono "tutti", e a parte che non ci troverei comunque nulla di male se la frase fosse vera, penso che ognuno debba fare la propria parte a seconda del contesto in cui si ritrova, senza pensare che cosa si aspettano gli altri: sul lavoro si è professioniste, nella vita si è un po' tutto, Pirandello insegna.
  13. Le famiglie sono un incubo. Penso che la scrittrice non si trovi bene nella sua famiglia. Mi spiace tanto per lei.
  14. I figli mettono fine ai vostri sogni dell’infanzia. Con una famiglia, i due partners certo non possono aspettarsi di avere tutto il tempo della giornata a loro disposizione per perseguire i propri sogni, e gli obiettivi personali devono essere ritarati. C'è anche chi (sia mamma che papà) non lo fa, e delega la famiglia ad altri, però alla fine non deve lamentarsi di quello che ottiene.
  15. Non smetterete di desiderare la completa felicità per la vostra prole. Che cosa c'è di male?
  16. Stare a casa a badare ai figli è incredibilmente noioso. Mi riallaccio al punto 13, ed in generale alle proprie capacità organizzative.
  17. Dovrete scegliere fra maternità e carriera. In Italia è spesso vero (e non sempre), ma non mi sembra un buon motivo per non avere figli.
  18. Quando arriva un figlio, di solito scompare il padre. Ecco, "di solito". Forse è capitato a lei.
  19. Ci sono già troppi bambini sul pianeta. Incommentabile.
  20. I figli sono pericolosi: vi portano in tribunale senza pensarci un secondo. Io ho visto qualche esempio concreto di questa frase. Non ho una soluzione a questo problema, ma se da una parte non mi sembra un buon motivo per non mettere al mondo dei bimbi, penso che occorra gestire l'aspetto di distribuzione delle risorse ai figli (attenzione, coccole, giochi, tempo, vestiti, denaro) in maniera equa.
Penso che la vera sfida di chi mette al mondo nuovi esseri umani, oggigiorno, sia sul futuro che consegneremo loro, un futuro che purtroppo appare nero e cupo, diritti verso una catastrofe che molti annunciano, ma che i media non prendono mai in considerazione.

P.S. Mi piacerebbe anche sentire l'opinione di Gianluca sul suo interessantissimo blog.

mercoledì 15 agosto 2007

Motonave


Per la prima volta i bambini sono stati in motonave. La "Bella Rimini" ci è passata a prendere questa mattina per portarci al Delfinario di Rimini, dove abbiamo potuto ammirare lo spettacolo dei delfini.

Gabriele non stava in sé per la gioia di questo strappo in nave per lui tanto atteso, e rimandato per maltempo. Per Elena e me è stata una delle poche uscite con solo lo stretto indispensabile per entrambi i bambini, ci siamo un po' presi le misure (come si dice) nel caso volessimo fare delle escursioni più impegnative.

L'unica delusione è stata lo spettacolo mancante dei salti dei delfini. Infatti lo scorso 28 luglio è nato Lapo, un cucciolo di delfino, da mamma Alfa e papà Speedy (quanti papà si ritroveranno in questo nome?), e per salvaguardare la sua incolumità si è voluto evitare i numeri dei fratelli maggiori potenzialmente pericolosi per la sua salute.

A saperlo prima, sarei forse andato al delfinario di Riccione. Tuttavia è stata comunque una soddisfazione vedere la gioia e l'eccitazione negli occhi di Gabriele. Tornato a casa, ha voluto gridare proprio a tutti che lui era stato in motonave, soprattutto alla bisnonna.

Mi rimane un dubbio: l'ha raccontato ad alta voce alla bisnonna perché era eccitato, oppure perché sa che la bisnonna è un po' sorda?

lunedì 13 agosto 2007

Notti in Romagna


Io non so se la Romagna sia il regno del liscio, sicuramente ci sono tante balere a cielo aperto, e le sere d'estate si riempiono di note. Questa sera è calda ma non troppo, soffia un dolce vento fresco che dice che ormai la metà dell'estate è trascorsa, e le note dell'orchestrina allieta i ballerini, soprattutto pensionati.

Qui vicino infatti c'è un "centro anziani", e le virgolette sono d'obbligo visto che gli attempati partecipanti arrivano alla chetichella da ogni parte del circondario e si sottopongono ad una maratona di tre ore e mezza di ballo, dalle 20:30 alle 24. Sicuramente non balleranno sempre, comunque è un bell'impegno.

Ormai conosco le canzoni quasi a memoria, costretto a subire anch'io rumbe, valzer, polke e varie cover anni '50 e '60. Addirittura canticchio "chitarra vagabonda", la preferita di mio zio, e quando succede vedo Elena preoccupata perché non conosceva questi miei lati oscuri (e quanti ne deve ancora scoprire ...).

Anche la mia nonna si mette a sedere sulla veranda ad ascoltare le note che le ricordano quando, in gioventù, attendeva che il suo futuro marito, dopo la "veglia", se ne tornasse a casa per poter correre alla vicina balera a divertirsi. Mio nonno non l'ha mai saputo, ma penso che adesso sarebbe contento.

giovedì 9 agosto 2007

Piove


Oggi piove.

Finalmente ricongiunto con la famiglia, ho trascorso qualche giorno con il bel tempo. Ma oggi le nuvole hanno deciso che questa terra riarsa poteva avere un po' di acqua per lenire la sete.

Io ed Elena abbiamo dovuto fare i salti mortali per stare dietro ad un Gabriele pieno di energia. Riccardo ha fatto progressi, comincia piano piano a strisciare. Spero presto cominci a gattonare.

Sentiamo la mancanza di qualcuno che ci semini le pentole in giro per la casa.

domenica 5 agosto 2007

Every now and then

In questi ultimi giorni lavorativi sono solo a casa. Elena con i bimbi ha già raggiunto il mare. Per i bimbi è ricominciato un grande divertimento, per Elena sarà una doppia fatica stare dietro ad entrambi (anche se c'è la nonna).

In questi momenti penso a quanto siano essenziali tutti loro nella mia vita. Soprattutto lei. Mi mancano. Mi manca.

Ho riascoltato con lo stereo un CD di Garth Brooks, "The Chase", e una delle sue canzoni più belle recita: «Yes I do think about you every now and then.»

È proprio vero.

giovedì 2 agosto 2007

Morire per un po'

Gabriele è molto affezionato ai suoi nonni. In particolare, è molto attaccato al suo nonno materno. Anche adesso che non c'è più, da poco più di un anno, affiora spesso dalle sue parole il desiderio di rivederlo e riabbracciarlo.

Il nonno è lassù in cielo. Oggi Gabriele ha detto, improvvisamente, mentre camminava: «Mamma, voglio morire.». «Perché?» ha chiesto Elena. «Voglio morire per un po' perché voglio dare un bacio al nonno».

martedì 31 luglio 2007

Spettacolo

Anche la scuola estiva è finita per il primo mese, e i bambini si congedano con uno spettacolo per i loro genitori.

I bambini delle materne inaugurano lo show con una canzone sul gabbiano che non può vivere prigioniero ma deve volare libero. I bambini delle elementari e medie propongono un Re Mida che capisce che al mondo ci sono cose più importanti delle ricchezze materiali.

Complimenti ai ragazzi della Cooperativa sociale Meta che hanno allietato queste afose giornate di Luglio ai nostri bambini. E grazie anche ai bambini, per l'impegno che hanno profuso.

Che tenerezza!

giovedì 26 luglio 2007

Cognati


Anche una occasione triste come un funerale può risolversi una serena serata in picevole compagnia.

Questa sera abbiamo cenato con i cognati, sul loro terrazzo da cui si gode di un invidiabile panorama brianzolo. I bambini hanno giocato tra di loro tra grandi risate e divertimento, e qualche lacrima dovuta alla eccessiva stanchezza.

Io e Antonio ci siamo ritrovati ancora una volta a parlare sulle nostre passioni, un po' meno caratterizzate dal computer rispetto ad un tempo (ma non più di tanto). Io personalmente ne ho tratto nuova linfa per continuare con i miei progetti personali, ma anche Antonio è rimasto sufficientemente colpito da sperare che darà anche lui una mano.

Chissà.

martedì 24 luglio 2007

Valcava


Durante il week-end abbiamo fatto una piccola escursione in Valcava, le colline moreniche pedemontane che sono il balcone da cui si può ammirare la pianura padana (e per questo motivo sono installate le antenne radiotelevisive che illuminano, con il loro segnale, le aree del varesotto, milanese, lecchese e bergamasco). Il motivo principale era quello di fuggire dall'afa di questi giorni, a cui ho aggiunto la possibilità di fare qualche foto panoramica.

Dal lato tecnico, gli esiti non sono stati soddisfacenti come avrei voluto: la visibilità sulla pianura non era affatto buona, la cappa di umidità e smog ha impedito di godere del panorama, e poi ho sottoesposto le foto! Vorrà dire che ci ritornerò in un altro momento prima della fine dell'estate, approfittando di una giornata limpida.

In compenso abbiamo goduto di un'aria migliore di quella a cui siamo soliti: più pulita sicuramente e con un minor tasso di umidità, cosa che ha reso godibile il caldo. Gabriele ha visto per la prima volta da vicino delle mucche, e con l'occasione gli ho spiegato che da loro deriva tutto il latte, i formaggi e la mozzarella con cui la mamma confeziona le sue meravigliose pizze. Non sembrava però molto convinto della spiegazione, e ha preferito farsi affascinare da quei grandi animali con i campanacci che risuonavano allegramente ad ogni scrollata di testa.

lunedì 23 luglio 2007

E-Stasi

Fiore di IbiscusSiamo proprio al culmine dell'estate, e quasi tutta l'Italia è in ferie.

Nella blogosfera rimangono attivi in pochi, post e commenti latitano. Tra i miei blog al momento preferiti, di quelli non altisonanti come Beppe Grillo per intenderci, Renata e Angela mi fanno un po' di compagnia. I blog dei maschietti, quelli che per lo meno riesco a leggere come quello di Gianluca e pochi altri, latitano un po'.

L'ibiscus, rigorosamente dal giardino della nonna, è per loro e per la mia Elena, che sopporta ogni giorno me e le mie manie tra foto, computer e altre amenità su cui al momento sorvoliamo.

Sorpresa!!!

sabato 21 luglio 2007

Zii di romagna

Ho un paio di zii che molti se li sognerebbero.

Si vogliono bene, e questo sarebbe già tanto. Ma non basta. Si sanno anche divertire. E come non potrebbero divertirsi delle persone che abitano a Rimini?

Quando ero più giovane (ma sono giovano anche adesso, intendiamoci), durante l'estate uscivo di casa dopo cena e rientravo alle ore piccole. Adesso le parti si sono invertite: io con il resto della famiglia vado a nanna entro le 22. I miei zii invece per le 21 sono fuori di casa, un giorno perché vanno a cena fuori da amici, un altro giorno perché vanno a ballare (il liscio, ovviamente), un terzo perché devono organizzare il tale evento per il DLF (il dopo lavoro ferroviario, associazioni in cui sono molto attivi).

Non li sento mai rientrare: probabilmente ho il sonno pesante.

venerdì 20 luglio 2007

Grazie Riccardo

Grazie Riccardo perché:

  • quando qualcuno ti presta attenzione, sorridi;
  • quando c'è il sole o la pioggia, sorridi;
  • dopo che l'hai fatta, sorridi;
  • insomma, sorridi quasi sempre;
  • quando sorridi hai le fossette;
  • hai degli occhi azzurri grandi grandi;
  • sei biondo;
  • quando ti do la pappa, ti distrai sempre e faccio un disastro con il tuo musetto;
  • quando vedi mamma e papà, scalpiti;
  • mi lasci sempre un "ricordo" sulla maglia quando ti prendo in braccio;
  • sei tutto cicciottino e profumi di bimbo;
  • dormi dalle 21 di sera alle 8 di mattina.
P.S. 'sta storia del biondo e con occhi azzurri non mi convince: io sono moro con gli occhi castani ...

mercoledì 18 luglio 2007

Notturno


È talvolta difficile, da mamma e papà, stabilire che cosa consentire e non consentire.

In famiglia ci siamo riproposti di stabilire delle regole e di farle rispettare. Per esempio, «si mangia a tavola tutti insieme». Oppure «ognuno dorme nel proprio letto».

Ma certe volte è veramente difficile capire dove la regola deve fare posto all'eccezione. E nella mia vita ho capito che una regola non è tanto buona se non contempla almeno una eccezione.

'Stanotte Gabriele, come talvolta capita, si è svegliato, e questa volta si è alzata Elena per l'assistenza: giro in bagno per fare pipì, un sorso d'acqua, e via ancora a nanna.

Gabriele però non ha voluto sapere di riaddormentarsi nel suo letto. Piangendo diceva «Voglio andare nel lettone!». Ho sentito i suoi passi nudi sul pavimento lasciare la mamma e venire verso di me, sveglio nel mio letto. Mi volto verso di lui che entra nella stanza, e lui si ferma.

Sa che sta per violare una regola, e allora è incerto, combattuto. Si ferma davanti a me, e piangendo di un pianto spezzacuore che solo i tuoi figli sanno fare, indicando con il suo indicino il lettone, dice «Voglio dormire nel lettone. Sotto quella coperta lì! Al caldo!». In una notte afosa come quella trascorsa, l'espressione "al caldo" ha chiaramente un altro significato.

Con grande sollievo per me, Gabriele rompe gli indugi e aggirando il letto, si corica di fianco a me. Lo lascio lì qualche minuto in attesa che si calmi, poi lo raccolgo e lo trasporto nel suo letto. «Papà, stai un po' con me? Non te ne andare». Rimango qualche minuto sdraiato con lui nel suo letto, sostituendomi alla sua mamma. Si riaddormenta e io riguadagno il mio letto.