sabato 30 giugno 2007

Transitività

Durante il bagno con doccino, che mi capita di fare al mattino a Gabriele nella vasca da bagno, si parla insieme del più e del meno, ma di cose da uomini, per intenderci. Ieri è più o meno andata così.

Papà: «Te lo ricordi, Gabriele, che oggi è l'ultimo giorno di scuola? Ritroverai i tuoi amici a partire dal Settembre prossimo.»

Gabriele: «Sì papà. Prima andiamo al mare però, vero papà?»

P:«Sì, certo. Andiamo dalla bisnonna a Viserba, che è tanto tempo che non ci vede e ha tanta voglia di passare un po' di tempo con noi tutti!»

G:«Ma lo sai che io mi sposerò, papà, con Riccardo?»

P:«Ma Gabriele, lo sai che ti dovrai sposare con una femminuccia, non ci si sposa tra maschietti!»

G:«Ma la Giulia ha detto che si sposa con il Davide, e allora (per transitività, n.d.r.) io mi sposo con Riccardo!» (Giulia e Davide sono i cuginetti, più o meno della stessa età di Gabriele, n.d.r.)

Dopo poco si è accorto di avere fame, e siamo andati tutti a fare colazione.

N.B.: con il conto alla rovescia siamo arrivati a -7.

venerdì 29 giugno 2007

Argento vivo

I bambini sono argento vivo per definizione. Poiché la curiosità si accompagna con l'intelligenza, occorre invogliare alla curiosità i bambini. Devono essere sempre stimolati al gioco, che è il loro modo di conoscere il mondo che li circonda. E il genitore deve essere con loro in questa scoperta, stare al loro fianco, gratificandoli quando occorre, e riprendendo un loro comportamento non corretto quando capita.

Un genitore non può considerare i propri figli come un giocattolo, da "usare" quando si ha voglia ma da mettere in disparte quando si vuole dedicare il proprio tempo a fare altro. Una volta a casa dal lavoro, un genitore deve confrontarsi continuamente con i propri figli, deve stare con loro, fare vedere che c'è, sempre.

Per questo sono molto preoccupato dell'invadenza delle case farmaceutiche nella nostra vita, che sembra inventino per i bambini molto vivaci una nuova malattia. Anche Beppe Grillo ha ripreso più volte l'argomento, l'ultima volta qualche giorno fa. Stiamo con i nostri bambini, dedichiamo loro l'attenzione che meritano, amiamoli più che possiamo: non c'è nulla di più incolpevole e indifeso di un bambino, non c'è nulla di più colpevole di un genitore pigro e distratto.

mercoledì 27 giugno 2007

Conto alla rovescia

Gabriele vuole andare al mare; è dal rientro dal mare dell'anno scorso che non perde occasione per dire che non vede l'ora di andare al mare. A me piacerebbe un po' andare anche in montagna, ma riconosco che per un bambino è il massimo il mare e la sua sabbia: in quale altro posto un bambino potrebbe bagnarsi e sporcarsi senza essere rimproverato?

Quest'anno anticiperemo una settimana a Luglio, e poi faremo due settimane ad Agosto. Dall'insofferenza di Gabriele ho capito che lo devo coinvolgere di più, fargli capire il tempo che scorre, la meta che si avvicina ogni giorno che passa, per cui da oggi è cominciato il conto alla rovescia: ho preso il calendario e con un pennarello verde ho circondato il primo giorno in cui saremo al mare, e con un pennarello blu ho fatto una croce accanto alla giornata di oggi.

«Vedi Gabriele» ho spiegato «ogni mattina, prima di fare colazione, faremo una croce accanto al giorno corrente. Quando la croce arriverà al cerchio verde, saremo al mare. Hai capito?»

«Sì, papà. Ho capito. Ma quand'è che andiamo al mare?».

martedì 26 giugno 2007

Tapis roulant

Per la mia salute cerco di fare un po' di movimento. Essendo un impegnatissimo papà, addirittura pendolare verso Milano, non ho tempo di andare in palestra, e con pochi soldi ho preso un tapis roulant che ho piazzato nella cantina condominiale. In questo modo riesco a fare un minimo di movimento, e penso anche di non disturbare i miei vicini condomini, quando anche la sera tardi mi faccio la mia ventina di minuti di corsa leggera.

Il tempo durante la corsa passa molto (troppo) lentamente, e cerco di tenere allora anche la mente un po' allenata, la lascio libera di seguire il filo dei pensieri così come vengono, mentre fisso la parete bianca della cantina.

Ieri ho pensato che è veramente un peccato che si debbano passare dalle 3 alle 4 ore della giornata in giro a viaggiare per raggiungere il luogo di lavoro, tutto tempo che potrei dedicare alla mia famiglia o ai miei interessi. Ma quanto corriamo ogni giorno, sempre avanti, sempre più velocemente! Quanto è complesso vivere in una società come la nostra! Talvolta penso che forse siamo come delle persone che corrono su di un tapis roulant: tanta fretta e tanto affanno, per non arrivare mai da nessuna parte, ma solo per tenere bene oliati dei meccanismi più grandi di noi che fatichiamo parecchio a comprendere in pieno.

lunedì 25 giugno 2007

Festa dell'agone

Ieri tutti insieme siamo stati a Villa Vergano, una frazione di Galbiate in cui si festeggiavano i patroni Pietro e Paolo. Ci siamo fermati per cena: quattro tavoli, tanta gente molto cordiale. C'era l'agone, il pesce di lago di cui pescatori tacciono il luogo di pesca (che deve rimanere segretissimo), con polenta, il brasato, ottime costine di maiale, patatine fritte, pastasciutta, pizza.

Riccardo, con i suoi 6 mesi, ha tenuto banco, passando dalle braccia di una signora a quella successiva. Un po' perplesso in mezzo a tutti quei volti nuovi, non ha sorriso molto come invece fa di solito. Anche Gabriele si è accorto di ciò, e all'ennesima signora a cui Riccardo è andato in braccio, ha esclamato: «Signora, il mio fratellino sa anche sorridere, ma oggi no!»

La signora di rimando dice che è una nonna anche lei. Gabriele però non è convinto, e afferma: «La mia nonna ha i capelli grigi, tu non hai i capelli grigi!».

Non ci sono più le nonne di una volta...

domenica 24 giugno 2007

In bicicletta

Oggi, splendida giornata di sole e rara occasione per dedicare del tempo ai miei figli, decido per una gita in bicicletta lungo l'Adda.

Nel raggiungere il sentiero che costeggia l'argine del fiume, passiamo da un paio di paesi. Faccio vedere la chiesa in cui 7 anni fa io ed Elena ci siamo giurati reciprocamente fedeltà, e Gabriele afferma senza esitazione che anche lui si sposerà lì. Sorrido: quanto sono belli i bambini con la loro ingenuità.

Proseguiamo per la salita della collina, in direzione dell'approdo del fiume di Imbersago, e passiamo davanti al cimitero del paese. «Hai visto, Gabri? Questo è il cimitero di Robbiate». Gabriele è purtroppo abituato alle visite frequenti ad un altro cimitero con la sua nonna, e di rimando esclama «Chi vive a Robbiate viene al cimitero di Robbiate, la nonna è di Montevecchia e va al cimitero di Montevecchia. Ognuno va al suo cimitero. Noi, papà, andremo al nostro cimitero». Sacrosanta verità, anche se lui intendeva (penso) dire che ognuno visita il cimitero del proprio paese.

In seguito, Gabriele non ha impiegato molto a cambiare ancora argomento, guardando lo splendido panorama che il fiume ci ha offerto, andando da Imbersago verso Brivio. Ho rimpianto di non avere avuto la macchina fotografica con me.

sabato 23 giugno 2007

Peli

Gabriele, che sta concludendo il suo primo anno di Scuola Materna, si è accorto di avere una leggera peluria bionda sulle sue esili gambe. Chissà che cosa frulla nella sua testolina, sotto i capelli corti scottati dal sole del parco comunale.

Oggi mi ha fatto un discorso articolato.

«Hai visto il pelo sulla mia gamba (uno solo? n.d.r.), papà? Il Ricky (suo fratello Riccardo di 6 mesi, n.d.r.) non può avere i peli perché non va alla Scuola Materna, solo i bimbi della Scuola Materna possono averne. Un tempo ne avevo tanti di peli (sì, uno solo! n.d.r.), poi sono scomparsi e ne è rimasto uno solo. Poi, quando divento grande, i peli diventano neri.»

Oggi sono rimasto veramente divertito!

venerdì 22 giugno 2007

Scelte perdenti

Ogni giorno penso al mondo che verrà, che un domani accoglierà Gabriele e Riccardo come protagonisti. E non vedo un futuro roseo.

Vedo tanto spreco e poca attenzione per l'ambiente, e tutto quanto oggi facciamo di sbagliato, ricadrà con un peso maggiorato sulle spalle dei nostri figli.

Parlo della vita di tutti i giorni, quella che noi tutti affrontiamo e viviamo. Le scelte perdenti che oggi perseguiamo, assecondando la miopia di una economia del PIL , sono la leva per un mondo peggiore domani.

Perdente è privilegiare l'automobile e non il mezzo pubblico.
Perdente è bere l'acqua in bottiglie di plastica non riusabili.
Perdente è l'usa e getta.
Perdente è buttare via quanto è ancora riutilizzabile.
Perdente è un paese come il nostro dove chi ci governa ha perso il senso della giustizia.

Potrei continuare quasi all'infinito.
Scusate, ma oggi non sono proprio in vena.

mercoledì 20 giugno 2007

Precisione

Ieri, prima di partire per il parco giochi con i bimbi, Elena sta preparando la borsa con il necessario per la merenda. Concorda con Gabriele di 3 anni a 1/2 la composizione.

Mamma: «Gabriele, vuoi che ti porti il té al parco giochi?»

Gabriele: «Caldo o freddo?»

M.:«Freddo, perché in estate si beve il té freddo»

G. «Mamma, non è estate, è primavera, perché sul mio calendario a scuola ci sono ancora 2 giorni prima dell'estate.»

Non gliene sfugge una.

martedì 19 giugno 2007

Negli occhi di un bimbo

Avete mai provato a guardare negli occhi di un bimbo di 7 mesi? Ci sono delle sere in cui sto minuti e minuti con Riccardo, supino tra le mie braccia, a guardarlo in volto.

E lui guarda me, intensamente, e mi dice che è felice che io lo guardo. Vorrebbe prendermi il naso e il volto con la sua manina. I suoi occhi grigio-azzurri rimbalzano tra i miei occhi e la mia bocca, che gli canta qualche canzoncina. A Riccardo piace sentire cantare, a bassa voce, quasi sussurrando le parole, mentre si abbandona completamente alle coccole. Talvolta mi accompagna nel canto, gorgheggiando e sbrodolando, sorridendo come solo i bambini sanno sorridere. Il suo sorriso è senza malizia, istintivo e primordiale; mi dice che è contento di esserci, e vuole fare parte di questa famiglia.

I bambini sono stupendi, donano sensazioni bellissime, riescono a riconciliarmi con il mondo. Mi fanno dimenticare tutte le notti insonni che ho passato e che passerò ancora. Ho voluto dei bambini, e ne sono immensamente felice. Ho ancora molto da imparare da loro.

lunedì 18 giugno 2007

Fiducia

È sabato sera, siamo al termine della cena, ci concediamo il gelato. Tiro fuori dal freezer la nuova vaschetta e attendiamo qualche minuto affinché il gelato si ammorbidisca un po'.

Il papà si prende cura di distribuire le porzioni. Dopo gli iniziali tentativi di asportazione del gelato con apposito cucchiaio, vanificati dalla sua durezza granitica, decido per un trattamento al forno microonde: ottengo lo scioglimento dello strato esterno del dolce parallelepipedo, mentre il nucleo rimane durissimo.

Gabriele vede il suo papà sudare e sforzarsi inutilmente nel tentativo di asportare generose porzioni, e alla fine escalma la sua fiducia nella mamma «Forse la mamma può farcela! Papà, dallo alla mamma!».

Che umiliazione ...

domenica 17 giugno 2007

Camionisti

Ho sempre pensato che i camionisti fossero autisti generalmente più responsabili di altri utenti della strada. Spesso mi hanno ceduto la precedenza sebbene non ne avessi diritto; generalmente trovo che guidino in maniera più responsabile e più attenta anche rispetto a me, che non mi reputo un autista disattento. Certo, come in ogni categoria sociale, anche tra i camionisti ci sono quelli che guidano ubriachi o che sono irresponsabili.

Comunque oggi ho avuto l'ennesima prova dell'attenzione dei camionisti verso chi gli sta intorno. Stavo tornando dalla prima gita con la bicicletta nuova, con Gabriele felicemente allacciato sul seggiolino posteriore e dotato di occhiali da sole e casco protettivo, quando sento il suo urlo di disperazione perché ha lasciato cadere gli occhiali da sole per terra. Freno immediatamente la bicicletta, mi volto e noto che gli occhiali sono disgraziatamente abbastanza dentro la corsia di marcia, sulla traiettoria degli pneumatici. Il primo mezzo in arrivo è un enorme camion, proabilmente più grande dei soliti camion proprio perché di lì a qualche istante avrebbe frantumato gli occhiali di Gabriele sotto la possente gomma nera della grande ruota anteriore destra. Attendo l'inevitabile rumore crepitante di plastica pressata quand'ecco che il camion frena e devia la traiettoria quel tanto da risparmiare gli occhiali. L'autista ha capito perché mi ero fermato e guardavo dietro di me, ha visto sicuramente gli occhiali, e ha deviato.

Ho rimproverato Gabriele per la sua disattenzione, e gli ho fatto notare che doveva ringraziare il camionista se avrebbe potuto ancora indossare i suoi amati occhiali da sole. Questa piccola dimostrazione di attenzione di un camionista verso di noi, ci ha reso più felici.