venerdì 16 settembre 2011

Camilla Läckberg - La Principessa di ghiaccio

Ho terminato da qualche giorno questo primo successo internazionale della Läckberg. Partendo dall'omicidio della sua vecchia amica di infanzia, la protagonista Erica Falck e il poliziotto Patrik Hedstrom indagano, scoprendo le scomode verità celate dietro l'apparente normalità delle persone dell'isola di Fjällbacka, in Svezia, durante il periodo invernale.

Parallelamente alle vicende legate all'omicidio, si dipanano le storie di altri personaggi a contorno dell'indagine, come i parenti della vittima, o anche alcuni simpatici vecchietti che si rifanno la vita al caldo sole della spagna, o il comandante della stazione di polizia. La stessa protagonista vive con sofferenza le tragiche vicende familiari della sorella minore, a cui il marito fa violenza senza che inizialmente si ribelli, e contemporaneamente vive la propria storia d'amore con Patrik. Ci sono un bel paio di colpi di scena finali, in cui tutto quanto è successo viene spiegato. Come per il precedente che ho letto (Il Predicatore), anche per questo ho intuito l'epilogo, sebbene fosse comunque molto più complesso di come me l'immaginavo.

La lettura è molto scorrevole, e la scrittrice ci porta sempre più dentro l'indagine, come se fossimo noi in prima persona a raccogliere gli indizi. Si indugia spesso sui pensieri dei vari protagonisti, delineando chiaramente gli aspetti psicologici, creando personaggi netti con una chiara personalità.

Il romanzo è bello e mi è piaciuto.

p.s. comunque Maigret è ancora insuperato

martedì 2 agosto 2011

assenza ingiustificata

Il sito di Repubblica ha riportato che l'on Lupi avrebbe organizzato il viaggio in terra santa per i parlamentari italiani durante la prima settimana di settembre; questo fatto comporterà uno slittamento di 1 settimana per la riapertura del Parlamento, fissato quindi il 12-settembre.

Se questo è vero, perché il viaggio è stato organizzato durante la normale chiusura dei lavori parlamentari? In questo momento di crisi era proprio necessaria la procrastinazione della riapertura dei lavori parlamentari per un viaggio? Non c'è niente di illegale in questo, ne sono certo, ma è una cosa che non si fa. Chiunque abbia un minimo di senso del dovere, e dai Parlamentari ci si aspetterebbe questo e molto di più, non avrebbe nemmeno concepito di organizzare una assenza dal luogo di lavoro durante il periodo di lavoro.


Sono proprio senza parole e senza speranza.

P.S. ho scritto al Presidente della Repubblica per manifestare il mio sdegno, e a Lupi per chiedergli il motivo della sua organizzazione del viaggio in orario di lavoro.

sabato 21 maggio 2011

Fini la pensa come me

Molte volte mi sono immaginato il momento in cui il nostro mondo si fermerà perché lo abbiamo consumato tutto, ho sempre immaginato ad un evento dapprima lento, e poi sempre più brutale, come una valanga o una frana di sassi. Si comincia con alcune zone al mondo che non riescono più a procurarsi il cibo e poi a poco a poco tutti contro tutti. Si ucciderà per procurarsi una boccone di pane in un mondo occidentale che non sa più che cosa sia l'agricoltura. Ho sempre immaginato che si tornerà nel medioevo, e il passaggio dal mondo moderno al futuro medioevo sarà traumatico, attraverso un mare di sangue.

Questa sera ho letto l'ultimo post dal blog di Beppe Grillo, e sono rimasto sconcertato, trovando in Massimo Fini una persona che sulle conseguenze del nostro sistema di sviluppo la pensa proprio come me. Devo ammettere che il ragionamento che lui fa è molto più raffinato di quello che ho concepito io, fa dei paralleli con altre epoche.

Una differenza penso che però ci sia, lui forse è un po' più ottimista di me su come potrebbe anche evolvere il futuro.

martedì 3 maggio 2011

ci stiamo mangiando tutto!

Mentre tutti i giornali parlano dell'inutile assassinio di Osama Bin Laden, rischia di passare inosservata la notizia che i mari esauriscono il pesce.

La notizia in origine viene dal NEF, un organismo inglese che si definisce non solo indipendente, ma che mira a creare un modello di sviluppo e salute economica stabile, e proprio per questo lontana dalla logica del profitto.

Credo che quello che si dice non sia affatto da sottovalutare.

lunedì 2 maggio 2011

assassinii di stato

Credo che l'assassinio di una persona sia un fatto barbaro, non degno di "esseri umani". E questo vale sia per il terrorista, sia per un Paese come gli Stati Uniti, o l'Italia, che si professano "stati di diritto".

L'assassinio è la sconfitta del diritto, il diritto (e il dovere) a venir giudicato davanti ad un tribunale per le proprie azioni.

Così, l'assassinio di Osama Bin Laden, così come quello del figlio di Gheddafi al posto del padre, è un segno di debolezza da parte degli Stati Uniti: significa che la parola "diritto" e "democrazia" è una parola valida solo in casa loro, fuori del loro terrotorio è un far west dove vale invece la legge del terrore e del più forte, proprio quella che vorrebbero combattere.

Credo che non ci sarebbe alcuna violenza nel mondo se tutti avessero giustizia e diritti: il fatto che la violenza ci sia, significa chiaramente che fa comodo a qualcuno, forse anche proprio per combatterla con altrettanza violenza e giustificare l'ingiustificabile.

giovedì 28 aprile 2011

"La concessione del telefono" di Andrea Camilleri

Il libro racconta le vicende che accadono intorno, sia fisicamente che temporalmente, alla richiesta di Filippo Genuardi, un trentino di Vigata, per una linea telefonica ad uso privato. Filippo inoltra richiesta all'istituto sbagliato (la Prefettura), e da qui cominciano i problemi. Siamo alla fine dell'ottocento, ma la vicenda potrebbe essere ambientata ai giorni nostri, tanto sono attuali i comportamenti delle persone e le vicende narrate.

Da una parte i reali carabinieri, militari fino alle ossa, ligi alle procedure, testardi come ciucci, che scambiano Filippo per un sobillatore socialista, e tentano in ogni modo di incarcerarlo e trovare delle prove contro di lui (non ammetteranno mai l'errore, anzi ...). Dall'altra il delegato Spinoso, funzionario locale di Pubblica Sicurezza, un Montalbano del tempo, che indaga con acume, lucidità e buonsenso, sui fatti che capitano un quei giorni. Tra di loro, l'avvicendarsi di due Governi, tanta burocrazia, l'uomo d'onore e i suoi sodali, il chiarimento dei rapporti familiari di Filippo (e il perché della linea telefonica).

Non mancano i momenti di sana ilarità che fanno di Camilleri uno dei miei autori preferiti. Memorabile e spassosissima la confessione al parroco di Gaetana (Taniné), moglie di Filippo, in cui ammette che le piace "fare cose" con suo marito, suscitando l'ira del parroco perché, per la Chiesa, le "cose" sono solo per fini procreativi e la donna non deve provare piacere. Qui Camilleri si è superato soprattutto con la frase finale del parroco, a cui fa dire che il socialismo (e non solo) è contro natura.

E' un Camilleri disincantato quello che scrive, sembra che ci dica che le cose vanno male oggi così come allora: vale la pena darsi da fare per quello che si ritiene giusto, cercare di cambiare le cose, quando alla fine ti potresti ritrovere ingiustamente punito?

Tutto il libro è pieno di scene spassose e allo stesso tempo serie, e il bello di questo libro sta anche qui, in questo dualismo che stride come un Giano bifronte: la comicità delle scene descritte è spesso palese, ma le stesse scene al medesimo tempo sono serissime, e non si sa se ridere o piangere, come dicono alla fine il delegato Spinoso e il suo superiore.

domenica 24 aprile 2011

"Il testamento di Nobel" di Liza Marklund

Il libro è romanzo giallo, in cui la protagonista è la giornalista Annika Bengtzon. La vicenda si dipana in un arco temporale di poco più di 6 mesi.

Durante il rinfresco che segue la premiazione dei premi Nobel (a Dicembre), Annika assiste suo malgrado all'assassinio della presidente del comitato che assegna i premi Nobel, perpetrato dalla sicaria prezzolata soprannominata "The Kitten" (Gattina). La giornalista viene costretta dalla polizia (e dalle leggi) al silezio, e questo le costa anche il congedo a tempo indeterminato dal suo giornale. Annika, mamma e moglie, che gestisce l'intera famiglia non supportata dal marito troppo preso dalla sua carriera professionale, ne approfitta per stare vicino ai suoi due bambini. Tenta anche di ricostruire il rapporto con il marito, del quale non riesce a dimenticare un tradimento: crede che il marito la trovi inadeguata, e si frustra in ogni occasione in cui crede che il marito la giudichi e la metta alla prova. Contemporaneamente, quasi per caso, Annika entra in confidenza con persone vicine alla presidente assassinata, e a poco a poco riesce a capire mandante e movente dell'assassinio, consegnando il mandante nelle mani della giustizia; professionalmente Annika rientra anche al lavoro al suo giornale, ma dal lato personale registra un insuccesso: il rapporto con il marito precipita, il marito l'abbandona proprio il giorno in cui "The Kitten" tenta di assassinare la giornalista e la sua famiglia. Siamo al Giugno successivo. Il romanzo si conclude proprio con Annika che, sfuggita all'incendio doloso della sua casa, viaggia in taxi verso la casa di una amica, stretta ai figli ancora terrorizzati, senza marito.

Il romanzo mi è piaciuto quasi tutto, per me la parte meno convincente è stata l'evoluzione del rapporto tra la giornalista e il marito: da una parte la giornalista, che si fa tanti problemi, soffrendo, senza mai affrontare la questione con il marito. Dall'altra il marito, che a sua volta vorrebbe tornare in contatto con la moglie, ma non lo fa, anche lui rimane nel silenzio. Due persone lontane che condividono la stessa casa fino alla incomprensibile litigata: ho capito che la donna con cui il marito ha tradito la moglie, lo ha ricontattato (dopo tanto tempo), chiedendogli di rivederlo e dicendogli che la moglie l'aveva affrontata per strada chiedendole come fosse a letto. Questo fatto deve avere profondamente offeso il marito, che decide di lasciare la giornalista e andare con l'altra. Una fine di un rapporto un po' stonata, a mio avviso, un po' forzata, proprio per la mia non comprensione del gesto di lui. Le donne diranno pure che l'uomo non è comprensibile, ma non lo è neppure per me. In maniera un po' di parte, direi che da questo si vede che l'autore del romanzo è una donna.

A confronto con l'altro giallista scandinavo, Stieg Larsson, l'ho trovata molto prolissa come lui ma meno appassionante (solo un po'): i tre libri di Larsson (Uomini che odiano le donne, La ragazza che giocava con il fuoco, La regina dei castelli di carta) sono stati per me molto più coinvolgenti, c'erano delle sezioni che mi hanno tenuto alzato fino a tardi tanto erano emozionanti. Ma di sicuro, il mio è un giudizio molto di parte.

venerdì 8 aprile 2011

Perché mi piacciono i libri su Montalbano di Camilleri

Si badi bene, non ho scritto che mi piacciono i libri di Camilleri, bensì ho riportato che mi piacciono quelli su Montalbano scritti da Camilleri.

Ho scoperto prima il Montalbano dei libri, quello della TV mi ha inizialmente deluso: è pelato; invece quello di carta ha i capelli. Poi mi è piaciuto anche quello televisivo, per quanto la fiction non sia come leggere il relativo libro.

Ho letto anche altro di Camilleri, ma per quanto mi riguarda preferisco le vicende di Montalbano: i primi libri mi hanno fatto (sor)ridere, anche di gusto, e questo mi ha affascinato. Credo che il Camilleri sceneggiatore abbia in questo avuto un merito, perché le scene sono descritte talmente bene che mi pareva di vederle.

Inoltre, c'è l'evoluzione del personaggio che mi è piaciuta, si vede che invecchia (chissà, magari mi ci ritrovo un po' anche io); negli ultimi libri il commissario è più torvo, disincantato e disilluso, ma non rinuncia ai propri principi che talvolta prevalicano la legge.

Mi piace perché emerge spesso anche la sua critica alla classe politica da una parte, e alle persone indifferenti dall'altra. Camilleri non è insensibile a quanto succede all'Italia e alla Sicilia, e senza peli sulla lingua dà delle belle sferzate.

Mi piace infine per il giallo in sé stesso, per come evolve l'indagine del commissario verso la sua soluzione. Anche per Montalbano il caso si risolve non solo raccogliendo gli indizi, ma inquadrando le vicende nella realtà in cui si svolgono, chiedendosi sempre perché una cosa succede, il risvolto psicologico, arrivando infine alla soluzione con una spiegazione che è sempre semplice, mai complessa.

giovedì 7 aprile 2011

I libri che ho letto

Mi piace leggere, frequento la biblioteca del paese, l'iPad e il Kindle. Prima mi piaceva possedere il libro letto, ora preferisco una relazione "precaria" con il libro, affittato alla biblioteca: sarà il segno dei tempi.

Terrò aggiornato questo post con l'elenco dei libri letti.

Di Andrea Camilleri ho letto:


  • La forma dell'acqua (serie Montalbano)

  • Il cane di terracotta (serie Montalbano)

  • Il ladro di merendine (serie Montalbano)

  • La voce del violino (serie Montalbano)

  • Un mese con Montalbano (serie Montalbano)

  • Gli arancini di Montalbano (serie Montalbano)

  • La gita a Tindari (serie Montalbano)

  • L'odore della notte (serie Montalbano)

  • Il giro di boa (serie Montalbano)

  • La pazienza del ragno (serie Montalbano)

  • La prima indagine di Montalbano (serie Montalbano)

  • La luna di carta (serie Montalbano)

  • La vampa d'agosto (serie Montalbano)

  • Le ali della sfinge (serie Montalbano)

  • La pista di sabbia (serie Montalbano)

  • Il campo del vasaio (serie Montalbano)

  • L'età del dubbio (serie Montalbano)

  • La danza del gabbiano (serie Montalbano)

  • La caccia al tesoro (serie Montalbano)

  • Acqua in bocca (con Lucarelli)

  • Il sorriso di Angelica (serie Montalbano)

  • La scomparsa di Patò

  • La mossa del cavallo

  • La concessione del telefono

  • Il casellante


Di Liza Marklund ho letto:



  • Il testamento di Nobel

Di Georges Simenon ho letto:



  • Una testa in gioco ("serie Maigret")

  • Il cane giallo ("serie Maigret")

  • Un delitto in Olanda ("serie Maigret")

  • Il porto delle nebbie ("serie Maigret")

  • Il pazzo di Bergerac ("serie Maigret")

  • Libery bar ("serie Maigret")

  • Maigret, Lognon e i Gangster ("serie Maigret")

  • Maigret e il caso Nahour ("serie Maigret")

  • Tre camere a Manhattan

  • L’uomo che guardava passare i treni


Di Santo Piazzese ho letto:



  • Il soffio della valanga

lunedì 4 aprile 2011

"Il soffio della valanga" di Santo Piazzese

Ho terminato di leggere il mio primo libro di Santo Piazzese. Siciliano come Camilleri, di cui ho letto tutti i libri di Montalbano, ha ambientato anche lui il libro in Sicilia, a Palermo. Il protagonista é un ispettore di Polizia, Spotorno Vittorio, che indaga sulla morte di due uomini, uno dei quali suo amico durante l'infanzia. Per l'ispettore l'indagine é più faticosa delle altre, dati i legami di conoscenza e parentela tra i protagonisti, la difficoltà di gestire i rapporti umani che inevitabilmente dirompono nelle attività investigative e che si intrecciano indelebilmente con lo sviluppo del racconto. Temporalmente credo sia ambientato verso la fine degli anni ottanta, trovando un riferimento a un Sciascia che starebbe male nuovamente, e a dei computer usati in ufficio (l'uso dei PC è cominciato a diventare normale in quel periodo) sebbene inizialmente io abbia avuto l'impressione che fosse ambientato ben dieci anni prima, fine anni settanta. Il libro è raccontato in terza persona, sebbene la narrazione proceda dalla prospettiva mentale dell'ispettore: sono molto frequenti le divagazioni in cui i ricordi del passato irrompono nel presente, e le numerose riflessioni; ho fatto un po' di fatica a leggere alcuni paragrafi (uno o due, per la verità), dovevo tornare indietro per capirne il significato, dove stava il soggetto e il complemento. Nel libro si dice che l'ispettore non sopporti il barocco di certe chiese, preferendo la nudità e la pietra viva di quelle più semplici, e questa frase mi ha fatto pensare che la narrazione potesse essere un po' barocca, nel senso che ho trovato le frasi molto "cariche" (barocche appunto), a tratti difficili da leggere. Ma questa é una mia impressione, si intende. Il titolo deriva da una metafora che propone un gesuita, con cui chiacchiera l'ispettore: per indicare che una donna secondo lui sia stata comunque coinvolta in vicende in cui avrebbe preferito non entrarvi, la immagina come se si fosse messa al lato della valanga che sta precipitando lungo un versante; la donna crede di essere scampata al pericolo, ma non sa che ai suoi lati, la valanga crea un fenomeno ventoso che ha una forza distruttrice anche più alta della valanga stessa. Complessivamente il libro mi é piaciuto, credo che potrò leggerne un altro, soprattutto i primi che Piazzese ha pubblicato: da quanto leggo su Internet, sono scritti in maniera completamente diversa. Vedremo.

venerdì 1 aprile 2011

Gmail motion: il pesce d'aprile di Google

C'ero quasi cascato anche io.

http://www.google.com/mail/help/motion.html#utm_source=en-et-na-us&utm_medium=new-features-link&utm_campaign=en

Possiamo fare a meno degli editori (aggiornato)

Non concepisco come sia possibile che un libro di carta e quello equivalente elettronico (ebook) possano costare quasi uguale. No, così non va, se si vuole fare decollare la lettura su dispositivi digitali, occorre abbattere il prezzo.

Anche se l'IVA sui libri è del 4% mentre quella sugli ebook è del 20%, i libri costano ancora quasi uguale.

Chi è che ci guadagna dal libro elettronico e chi no? Credo che, con il prezzo quasi inalterato, ci guadagni moltissimo l'editore, che non ha più i costi di stampa e distribuzione. Il guadagno dello scrittore credo sia inalterato. Ci perde sicuramente lo stampatore.

Ma perché lo scrittore non si libera dall'editore? Oggi, con la tecnologia, tutti possono diventare editori di sé stessi. Certo, probabilmente occorre farsi aiutare, ma la soddisfazione è grande così pure il ritorno economico, maggiore di quello ottenuto dall'editore. Quindi è con approvazione che accolgo la notizia che un famoso scrittore ha deciso di non farsi pubblicare il libro da un editore, preferendo pubblicarselo da sé.

E ancora una volta mi chiedo perché lo Stato non affronti una volta per tutte il tema di creare dei libri di testo di riferimento per le scuole, sicuramente quelle obbligatorie, che possa poi distribuire gratuitamente a tutti gli alunni. Quanto risparmio otterebbe rispetto al pagare ogni anno i libri di scuola a tutti gli alunni di scuole elementari e medie?

25-aprile-2011, aggiornamento. Anche nel mondo della musica cominciano a pensare al rapporto diretto autore/ascoltatore, tralasciando la casa discografica. Ecco allora questa iniziativa.

sabato 19 marzo 2011

Contro la guerra

Di solito preferisco parlare di argomenti di svago e non di attualità, ma la guerra contro la Libia, così vicina a noi, è troppo anche per me.


Ritengo che l'Italia abbia sbagliato a entrare in guerra. Innanzitutto perché, secondo la Costituzione, la nostra Repubblica ripudia la guerra. Inoltre abbiamo in vigore un trattato con la Libia con cui ci impegnamo a non farle guerra.

Ritengo che l'ONU, così com'è gestita questa istituzione internazionale, non serva a nulla. Andrebbe riorganizzata in una democrazia di nazioni, e invece è una oligarchia di quelle nazioni che hanno vinto la seconda guerra mondiale.

In questa specifica occasione avremmo dovuto agire con la diplomazia, avremmo dovuto metterci in mezzo tra i contendenti, avremmo dovuto agire con altri mezzi mandando ambasciate: insomma tutto fuorché un deliberato attacco militare. Vergogna, Governo italiano.

Libri elettronici

L'editoria elettronica in Italia sta muovendo con decisione i primi passi fuori dall'infanzia, lo dimostra il nuovo sito biblet.it di Telecom Italia, ma anche il fatto che alcune catene tipo bol.it propongono con sempre maggior frequenza i libri in formato elettronico.


In questi giorni mi sto interessando proprio agli e-book per aggiornarmi un po', e per promuovere in quel formato anche i libri che ho scritto (e quelli che vorrei scrivere). Mi piace molto il fatto che alcuni di questi dispositivi hanno caratteristiche come la riproduzione vocale delle parole (text-to-speech in inglese), che per le persone ipovedenti sono una caratteristica importantissima.

Ho capito che il mondo dei dispositivi per leggere gli e-book è diviso in due per le caratteristiche dello schermo che riproduce il contenuto del libro:
  • quelli a inchiostro elettronico (e-Ink). Sono quelli nati per la lettura, diciamo così, "di svago". Le più grandi case di distribuzione di libri ne hanno prodotto uno. Il più noto è il "kindle" di Amazon, ma c'è anche il "nook" della Barnes & Noble; in Italia abbiamo il Biblet di Telecom Italia, ma ci sono anche i dispositivi della Sony e di altre case più o meno note.
  • quelli con schermo retroilluminato a colori. I più noti sono i dispositivi della Apple basati su iOS (iPad/iPhone/iPod-Touch) o i tantissimi dispositivi basati sul sistema operativo "mobile" di Google chiamato Android (una pletora di dispositivi, a partire dal Sumsung Galaxy Tab o da quelli della Motorola, per citare i più famosi).
Quale sia l'ideale, solo ognuno di noi può saperlo, e la decisione deve essere presa in base alle proprie necessità.

Quelli con schermo e-Ink sono l'ideale per la lettura: la lettura è confortevole anche alla luce del sole, la carica della batteria dura per molto tempo (Amazon dichiara autonomia fino a 1 mese per il suo Kindle), ma al momento sono in bianco e nero e i relativi dispositivi fanno prevalentemente solo 1 funzione: quella di riprodurre il libro da leggere (che è quello che devono saper fare bene).

Quelli con schermo (a colori) retroilluminato sono in genere associati a dispositivi che sono dei veri e propri computer, costano di più ma fanno anche di più. Per contro, dicono che la lettura protratta a lungo, sia più faticosa per gli occhi.

Per quanto riguarda i formati con cui sono distribuiti i libri elettronici, quello perorato dalla associazione degli editori elettronici, ovvero lo standard, è l'epub: è per semplificare un file zip contenente files xhtml. Quelli in vendita sono solitamente protetti da un software per la protezione del copyright, molto diffuso quello della Adobe. I (pochi) libri venduti in Italia sono di questo formato, ma con gradita sorpresa ho visto che anche LiberLiber sta proponendo così i suoi titoli tutti gratuiti.

Ci sono però anche altri formati: l'azw di Amazon e il mobipocket sono i più noti. Tutti questi sono caratterizzati dal fatto che il contenuto viene adattato alle dimensioni dello schermo del lettore di eBook (proprio come un browser web, non per nulla epub usa gli standard del web come xhtml). C'è un software molto diffuso, calibre, che consente di tradurre i libri, non protetti da copyright, da un formato ad un altro.

Alla fine ne ho acquistato uno anch'io: per rapporto qualità prezzo ho preso il Kindle della Amazon, che lo distribuisce ufficialmente anche in Italia. Supporta bene i formati testo e pdf, ha il wi-fi per la sincronizzazione con il PC e per navigare su wikipedia, riproduce ottimamente i file pdf, supporta i documenti word. Ho provato io stesso a tradurre con successo qualche epub in mobipocket e a leggerlo sul software kindle per PC. Il mio Kindle arriverà la settimana prossima.

L'unico vero problema è che è un regalo per la madre dei miei bimbi, e così per non rimanere all'asciutto dalla lettura, oggi ho preso un altro Maigret dalla biblioteca del paese.

venerdì 11 marzo 2011

Tutta la plastica che ci meritiamo

Qualche settimana fa, spinto da un articolo del Fatto Quotidiano, ho dato una occhiata alle immagini del "pacific trash vortex", un immenso minestrone nei vari oceani del mondo dove al posto delle verdurine ci sono pezzi di plastica.

Oggi leggo la notizia che il problema interessa anche il nostro Mar Mediterraneo. Sono demoralizzato. Mi guardo intorno e anche le campagne da queste parti sono piene di pezzi di plastica, gettati da persone ignoranti e rivoltate dagli aratri primaverili.

Penso che ci meritiamo che la nostra Terra ci si rivolti contro, visto tutto il finto bene che le vogliamo.