lunedì 2 maggio 2011

assassinii di stato

Credo che l'assassinio di una persona sia un fatto barbaro, non degno di "esseri umani". E questo vale sia per il terrorista, sia per un Paese come gli Stati Uniti, o l'Italia, che si professano "stati di diritto".

L'assassinio è la sconfitta del diritto, il diritto (e il dovere) a venir giudicato davanti ad un tribunale per le proprie azioni.

Così, l'assassinio di Osama Bin Laden, così come quello del figlio di Gheddafi al posto del padre, è un segno di debolezza da parte degli Stati Uniti: significa che la parola "diritto" e "democrazia" è una parola valida solo in casa loro, fuori del loro terrotorio è un far west dove vale invece la legge del terrore e del più forte, proprio quella che vorrebbero combattere.

Credo che non ci sarebbe alcuna violenza nel mondo se tutti avessero giustizia e diritti: il fatto che la violenza ci sia, significa chiaramente che fa comodo a qualcuno, forse anche proprio per combatterla con altrettanza violenza e giustificare l'ingiustificabile.

2 commenti:

giovanna ha detto...

Ciao Papa'
mah, nemmeno io, sentita la notizia, sono riuscita a vederla come vittoria, giustizia fatta o viverla con "sospiro di sollievo". Con tutte le nefandezze commesse dal terrorista. Ho "visto" l'assassinio.(punto!)
Tanto più che il terrorismo non può dirsi sconfitto...
Penso di concordare con le tue considerazioni.
g

Papà Volontario ha detto...

Sì Giovanna, nemmeno io l'ho vista come una "vittoria". E' un mondo difficile, e credo che facciano di tutto per mantenerlo tale.