lunedì 8 settembre 2008

"Io così vado ovunque, tutti i giorni"

Questo inizio di lavoro mi ha visto in sella alla mia fidata "Spillo viola". Avendo montato il portabiciclette sull'automobile, ho parzialmente risolto il problema di portarmi in giro la bici e i bambini al mattino a scuola. Ecco la mia bici appena fuori dall'asilo nido del piccolo, pronta a raggiungere la stazione. Notare lo zaino con il computer fissato al portabagagli posteriore.

Qui si vede la bici sul treno. Questa foto mi piace particolarmente, perché mi dà l'idea di una grande libertà di movimento pur rimanendo a basso impatto ambientale. La bici è in un vagone passeggeri perché il treno per Milano delle 08:53 da Osnago non ha il vagone predisposto come invece dovrebbe avere, comunque per come la fisso non dà eccessivamente fastidio, perché comunque la gente riesce a giarle intorno e il passaggio non è ostruito.

Questa l'ho scattata pedalando tra la stazione di Porta Garibaldi e la mia destinazione di via Bisceglie (circa 8,5 km): ho cercato di riprendere il negozio di Zanazzi, celebre riparatore e costruttore artigiano di cicli, scoperto da un link di qui. In questo punto via Solari sta per sfociare in piazza Napoli e diventare via Giambellino.

Qui sono arrivato a destinazione, e la bici è legata alla cancellata del mio cliente. Faccio notare che una catena chiude telaio, ruota posteriore (si vede) e sella (non si vede ma c'è un piccolo filo d'acciaio che assicura anche la sella al catenone). Un lucchetto a "U" invece assicura la ruota anteriore al telaio. Sicuramente faccio un po' di fatica a portarmeli in giro, ma spero siano dei deterrenti sufficienti per dei ladruncoli anche un po' attrezzati.

Ecco la bici nuovamente sul treno al ritorno, anche se non nella stessa giornata delle foto più sopra. Avete notato una evoluzione rispetto allo scorso anno (anche se la qualità delle foto del vecchissimo cellulare è pessima)? Ho cambiato entrambi i copertoni (e 1 camera d'aria), ho aggiunto un campanello "dling-dlong" che funziona come quelli di una volta, ho messo una nuova lampada anteriore alla base dello sterzo (togliendo quella a "proboscide" dal manubrio) e una luce posteriore fissata al portapacchi (togliendo quella dalla sella).

Mi rimane una sola cosa da fare: mettere dei parafanghi che mi riparino veramente dagli schizzi, perché quello posteriore quando piove non serve a nulla.

P.S. Il titolo l'ho "rubato" a Giorgio Stagni, che in queste ore sta riaprendo il suo sito web, di cui abbiamo sentito tanto la mancanza. Bentornato Giorgio.

4 commenti:

ett ha detto...

Che belle le Biciclette. Sono contento che usi una bici seria per muoverti in treno. io ho comprato una pieghevole ma mi muoverei più volentieri con la mia bella. Anch'io ho una fifa matta che me la rubino ma ho lucchetti molto più leggeri. Sono sicuro che chi si cimenta nel rubarle potrebbe riuscire a rompere quasi tutto. Mi informo meglio per sapere se c'è un treno che mi può imbarcare da Varese a Turate, dove lavoro. Solo una cosa mi inibisce ancora, è la pericolosità della strada. Ho paura che qualcuno mi faccia volare via facendomi pentire aver sfidato il traffico.

Papà Volontario ha detto...

Ci sono 2 motivi per cui non ho preso la pieghevole: la necessità di avere ruote "grandi" (almeno 26") e il portapacchi per non sudare con lo zaino sulla schiena. Le pieghevoli da 26" le fanno senza portapacchi, ma sarebbe l'unica che potrei portarmi anche in ufficio ...

giovanna ha detto...

Papaà..
sei fortissimo!
Complimenti, un bel post "educativo"!
Non teorie ma esperienze per la salvaguardia dell'ambiente.
Io ho la fortuna di potermi muovere a piedi nel mio piccolo paese, anche per andare al lavoro (si e no 3 minuti da casa la mia scuola!:-).
un saluto carissimo!

Papà Volontario ha detto...

cara giovanna, sei fortunata e sono molto contento per te. presto però dovremo tutti muoverci al massimo nel circondario. sarà tra 10 anni, sarà tra 40 anni, ma il petrolio finirà...