lunedì 7 luglio 2008

Perché amo la matematica


Inizialmente volevo intitolare il post "perché amare la matematica"; riflettendoci, ogni sentimento, amore incluso, è sempre qualcosa di personale, nasce inatteso e le motivazioni hanno sempre dietro qualcosa di non razionale, per cui quello che dirò riguarda me e soltanto me. Da qui, il titolo definitivo del post.

Divertente, non trovate?: la passione per una scienza che fa della razionalità uno dei propri fondamenti, ha una base che con la razionalità farebbe a pugni.

Questo vuole essere il mio personale contributo al Carnevale della matematica, che questo mese viene ospitato da matematicamedie. Non voglio proporre nessuna disquisizione o dimostrazione, a carnevale ogni scherzo vale, vi voglio parlare di come è nata in me la consapevolezza che la matematica sarebbe stata importante per me.

I miei primi ricordi definiti sull'argomento, risalgono alle scuole medie, dico subito che non ero granché, avevo delle difficoltà con le equazioni con le incognite. Lì intervenne il mio papà, mi ricordo che fu una delle volte in cui studiammo insieme, e mi spiegò le regole fondamentali molto pratiche per risolvere le equazioni: es, un numero o l'incognita, passando da una parte all'altra dell'"=", cambia segno, così come potevo moltiplicare o dividere entrambi i membri dell'uguaglianza per uno stesso numero. Solo dopo mi resi pienamente conto delle regole (e dei vincoli) alla base delle operazioni che mnemonicamente avevo imparato, ma intanto non avevo più paura a risolvere le equazioni!

Al liceo scientifico scoprii la geometria euclidea, e ricordo che ripercorrendo le dimostrazioni fatte dai greci (Talete era il mio preferito) dei vari teoremi, rimanevo affascinato. Pensavo: ma guarda un po' che cosa succede quando si scava un po' nelle conseguenze che derivano da premesse apparentemente semplici. Insomma, avevo maturato un po' l'idea che la matematica potesse aiutare a prevedere il futuro. Contemporaneamente mi divertivo un sacco a risolvere gli esercizi di geometria prima, e di matematica poi, perché era esattamente come fare una dimostrazione, in quanto partendo da degli assunti di base, si applicano le regole (e un po' di fantasia) e si arriva a trovare un risultato!

Questa bella scoperta, il fatto cioè che con l'ausilio matematica si possa prevedere il futuro, è stata ribadita nel corso degli anni, con la "scoperta" del metodo scientifico e del fatto che è possibile studiare la realtà attraverso dei modelli: il loro comportamento può essere studiato con l'ausilio della matematica. I modelli, quale idealizzazione della realtà, ci aiutano nella comprensione della realtà stessa.

L'apice della mia passione per la matematica l'ho avuto i primi due anni di università, in particolare negli esami di geometria e meccanica razionale. In geometria scrivevo le equazioni delle coniche e ricordo perfettamente che non vedevo dei numeri, ma la mia mente ci vedeva le loro rappresentazioni grafiche. In meccanica razionale invece ho trovato affascinante la derivazione delle leggi di Keplero sul moto dei pianeti a partire dalla legge di gravitazione universale: mi ha fatto capire tante cose su come si ottengono i progressi nelle scienze, e sul fatto che più i risultati e la conoscenza si divulgano, e più l'umanità nel suo insieme ne trae beneficio.

Ecco, questo è il messaggio che i pochi anni di studio mi hanno lasciato: che il progresso dell'uomo è basato principalmente sul progresso matematico e scientifico (non solo, si intende ...), e che più le nozioni e la conoscenza vengono rese accessibili a tutti, e più si progredisce tutti.

Fonte immagine: Math Pages Blog di Anatoly.

6 commenti:

giovanna ha detto...

mi è piaciuto molto, il racconto della "tua" matematica!:-)
grazie!

Papà Volontario ha detto...

bene! sono contento.

Sergio Aschero ha detto...

Los invito a leer mi investigación sobre la Matecinesis de Aschero.

http://www.aulamatematica.com/AMD/PDF/AMD_02/02_AMD_16_19_Aschero.pdf

Me gustaría tener una opinión al respecto. Gracias.

Mis datos:
Sergio Aschero
Doctor en Musicología
sergioaschero@gmail.com

Papà Volontario ha detto...

sergio: grazie ma ... non capisco lo spagnolo. secondo me dovrebbe sottoporre il suo studio a qualche congresso, non a me. saluti

B a N g i U . . . ha detto...

Quanto vorrei avere un minimo del tuo amore per la "mate"!

E' l'unica materia che non sono MAI riuscita a sentire vicina al mio mondo e modo di pensare, dalla prima elementare ad oggi...

Ricordo gli interi pomeriggi passati (invano) a cercare di "sbloccare" la mente per riuscire anch'io, come te, a leggere oltre i numeri e le formule, oltre i teoremi... non sono mai riucita ad ativarla, quella "visualizzazione" mentale...

A me però questa cosa succede in altri momento, con altri aspetti... Per fortuna esistono le varie intelligenze... perchè se qualcuno dovesse valutare la mia solo per la matematica... non so se supererei il 6 tiratissimo!

Un caro saluto

Papà Volontario ha detto...

bangiu, ma certo, è giusto così, siamo belli perché siamo vari. io per esempio per le materie umanistiche giusto la sufficienza, non ho mai capito tutte le acrobazie mentali che stanno dietro ai ragionamenti dei vari scrittori, e che i prof inutilmente cercavano di spiegarmi ... :-)