giovedì 6 agosto 2009

Come sarà il futuro?

Mi è sempre piaciuta la serie di Terminator, e quello che più mi ha colpito è stato il terzo episodio (e al momento anche l'ultimo). Per tutto il terzo film, i protagonisti sperano di riuscire ad evitare la catastrofe, sono convinti che si può cambiare il futuro, finché, malgrado il loro titanico sforzo, si ritrovano nell'incubo da cui avrebbero voluto fuggire, in piena guerra atomica.

Molti anni fa avevo visto un altro film, "Il giorno dopo", che racconta in simulazione come si svolgerebbe la vita di tutti i giorni, delle persone, dopo una guerra atomica. Mi aveva colpito una scena in cui un protagonista, mi pare una ragazza, scappasse dal rifugio qualche giorno dopo l'esplosione: era stanca di stare rinchiusa, e contro la ragionevolezza aveva voluto andare fuori, cercando di recuperare una normalità di comportamento che non c'era più. Ricordo che urlando diceva ai familiari che non era successo niente, che c'era il sole nel cielo come sempre. Qualche giorno dopo cominciava a perdere denti e capelli, come tutti i suoi familiari.

Ecco, mi sento un po' come i protagonisti di quei succitati film. Tra le sciocchezze che in estate ci vengono propinate dai soliti media, leggo sui canali di internet le notizie sulla prossima futura forte crisi energetica a cui ci avviciniamo. Mi guardo intorno e nessuno sembra fare niente: forse non ci sarà? I mari sono sempre più avari di pesce, e noi che facciamo, cacciamo forse meno pesce? E' inevitabile per me farmi queste domande, cercare di non mettere la testa sotto la sabbia: penso ai miei bambini e al futuro che consegnerò loro.

Nella mia estiva depressione leggo anche che qualcuno oltre me si muove, non sta con le mani in mano. Io al momento cambio i miei comportamenti, le mie abitudini, e come me altre persone. Qualcuno sta facendo anche di più. Forse è una buona notizia.

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