lunedì 4 aprile 2011

"Il soffio della valanga" di Santo Piazzese

Ho terminato di leggere il mio primo libro di Santo Piazzese. Siciliano come Camilleri, di cui ho letto tutti i libri di Montalbano, ha ambientato anche lui il libro in Sicilia, a Palermo. Il protagonista é un ispettore di Polizia, Spotorno Vittorio, che indaga sulla morte di due uomini, uno dei quali suo amico durante l'infanzia. Per l'ispettore l'indagine é più faticosa delle altre, dati i legami di conoscenza e parentela tra i protagonisti, la difficoltà di gestire i rapporti umani che inevitabilmente dirompono nelle attività investigative e che si intrecciano indelebilmente con lo sviluppo del racconto. Temporalmente credo sia ambientato verso la fine degli anni ottanta, trovando un riferimento a un Sciascia che starebbe male nuovamente, e a dei computer usati in ufficio (l'uso dei PC è cominciato a diventare normale in quel periodo) sebbene inizialmente io abbia avuto l'impressione che fosse ambientato ben dieci anni prima, fine anni settanta. Il libro è raccontato in terza persona, sebbene la narrazione proceda dalla prospettiva mentale dell'ispettore: sono molto frequenti le divagazioni in cui i ricordi del passato irrompono nel presente, e le numerose riflessioni; ho fatto un po' di fatica a leggere alcuni paragrafi (uno o due, per la verità), dovevo tornare indietro per capirne il significato, dove stava il soggetto e il complemento. Nel libro si dice che l'ispettore non sopporti il barocco di certe chiese, preferendo la nudità e la pietra viva di quelle più semplici, e questa frase mi ha fatto pensare che la narrazione potesse essere un po' barocca, nel senso che ho trovato le frasi molto "cariche" (barocche appunto), a tratti difficili da leggere. Ma questa é una mia impressione, si intende. Il titolo deriva da una metafora che propone un gesuita, con cui chiacchiera l'ispettore: per indicare che una donna secondo lui sia stata comunque coinvolta in vicende in cui avrebbe preferito non entrarvi, la immagina come se si fosse messa al lato della valanga che sta precipitando lungo un versante; la donna crede di essere scampata al pericolo, ma non sa che ai suoi lati, la valanga crea un fenomeno ventoso che ha una forza distruttrice anche più alta della valanga stessa. Complessivamente il libro mi é piaciuto, credo che potrò leggerne un altro, soprattutto i primi che Piazzese ha pubblicato: da quanto leggo su Internet, sono scritti in maniera completamente diversa. Vedremo.

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