domenica 24 aprile 2011

"Il testamento di Nobel" di Liza Marklund

Il libro è romanzo giallo, in cui la protagonista è la giornalista Annika Bengtzon. La vicenda si dipana in un arco temporale di poco più di 6 mesi.

Durante il rinfresco che segue la premiazione dei premi Nobel (a Dicembre), Annika assiste suo malgrado all'assassinio della presidente del comitato che assegna i premi Nobel, perpetrato dalla sicaria prezzolata soprannominata "The Kitten" (Gattina). La giornalista viene costretta dalla polizia (e dalle leggi) al silezio, e questo le costa anche il congedo a tempo indeterminato dal suo giornale. Annika, mamma e moglie, che gestisce l'intera famiglia non supportata dal marito troppo preso dalla sua carriera professionale, ne approfitta per stare vicino ai suoi due bambini. Tenta anche di ricostruire il rapporto con il marito, del quale non riesce a dimenticare un tradimento: crede che il marito la trovi inadeguata, e si frustra in ogni occasione in cui crede che il marito la giudichi e la metta alla prova. Contemporaneamente, quasi per caso, Annika entra in confidenza con persone vicine alla presidente assassinata, e a poco a poco riesce a capire mandante e movente dell'assassinio, consegnando il mandante nelle mani della giustizia; professionalmente Annika rientra anche al lavoro al suo giornale, ma dal lato personale registra un insuccesso: il rapporto con il marito precipita, il marito l'abbandona proprio il giorno in cui "The Kitten" tenta di assassinare la giornalista e la sua famiglia. Siamo al Giugno successivo. Il romanzo si conclude proprio con Annika che, sfuggita all'incendio doloso della sua casa, viaggia in taxi verso la casa di una amica, stretta ai figli ancora terrorizzati, senza marito.

Il romanzo mi è piaciuto quasi tutto, per me la parte meno convincente è stata l'evoluzione del rapporto tra la giornalista e il marito: da una parte la giornalista, che si fa tanti problemi, soffrendo, senza mai affrontare la questione con il marito. Dall'altra il marito, che a sua volta vorrebbe tornare in contatto con la moglie, ma non lo fa, anche lui rimane nel silenzio. Due persone lontane che condividono la stessa casa fino alla incomprensibile litigata: ho capito che la donna con cui il marito ha tradito la moglie, lo ha ricontattato (dopo tanto tempo), chiedendogli di rivederlo e dicendogli che la moglie l'aveva affrontata per strada chiedendole come fosse a letto. Questo fatto deve avere profondamente offeso il marito, che decide di lasciare la giornalista e andare con l'altra. Una fine di un rapporto un po' stonata, a mio avviso, un po' forzata, proprio per la mia non comprensione del gesto di lui. Le donne diranno pure che l'uomo non è comprensibile, ma non lo è neppure per me. In maniera un po' di parte, direi che da questo si vede che l'autore del romanzo è una donna.

A confronto con l'altro giallista scandinavo, Stieg Larsson, l'ho trovata molto prolissa come lui ma meno appassionante (solo un po'): i tre libri di Larsson (Uomini che odiano le donne, La ragazza che giocava con il fuoco, La regina dei castelli di carta) sono stati per me molto più coinvolgenti, c'erano delle sezioni che mi hanno tenuto alzato fino a tardi tanto erano emozionanti. Ma di sicuro, il mio è un giudizio molto di parte.

2 commenti:

giovanna ha detto...

Non ho letto questo ma della stessa autrice ho letto "Finché morte non ci separi".
Stessa protagonista, Annika Bengtzon, che stavolta indaga sull'omicidio di un commissario di polizia.
Altra inchiesta che evidentemente segue quella del romanzo del tuo post perché inizia con la fuga dalla casa incendiata...
Avvincente anche questo, ma concordo con te sul confronto con Stieg Larsson (letta la trilogia, d'un fiato! :-)).
ciao papà...
sosta pasquale e 25 aprile passati, ma auguri comunque! :-)
g

Papà Volontario ha detto...

grazie Giovanna! anche tu lettrice assidua, eh? belle cose. Brava. Auguroni anche a te.