venerdì 1 aprile 2011

Possiamo fare a meno degli editori (aggiornato)

Non concepisco come sia possibile che un libro di carta e quello equivalente elettronico (ebook) possano costare quasi uguale. No, così non va, se si vuole fare decollare la lettura su dispositivi digitali, occorre abbattere il prezzo.

Anche se l'IVA sui libri è del 4% mentre quella sugli ebook è del 20%, i libri costano ancora quasi uguale.

Chi è che ci guadagna dal libro elettronico e chi no? Credo che, con il prezzo quasi inalterato, ci guadagni moltissimo l'editore, che non ha più i costi di stampa e distribuzione. Il guadagno dello scrittore credo sia inalterato. Ci perde sicuramente lo stampatore.

Ma perché lo scrittore non si libera dall'editore? Oggi, con la tecnologia, tutti possono diventare editori di sé stessi. Certo, probabilmente occorre farsi aiutare, ma la soddisfazione è grande così pure il ritorno economico, maggiore di quello ottenuto dall'editore. Quindi è con approvazione che accolgo la notizia che un famoso scrittore ha deciso di non farsi pubblicare il libro da un editore, preferendo pubblicarselo da sé.

E ancora una volta mi chiedo perché lo Stato non affronti una volta per tutte il tema di creare dei libri di testo di riferimento per le scuole, sicuramente quelle obbligatorie, che possa poi distribuire gratuitamente a tutti gli alunni. Quanto risparmio otterebbe rispetto al pagare ogni anno i libri di scuola a tutti gli alunni di scuole elementari e medie?

25-aprile-2011, aggiornamento. Anche nel mondo della musica cominciano a pensare al rapporto diretto autore/ascoltatore, tralasciando la casa discografica. Ecco allora questa iniziativa.

2 commenti:

Elena Bibolotti ha detto...

Penso ci siano molte buone ragioni per pubblicarsi un libro da sé ma molte per non farlo.
Credo che l'I book sia fondamentale e fantastico per la didattica ma a mio avviso per la narrativa il discorso cambia. Intanto perché il lettore italiano, quello forte, quello che a me interessa, è ancorato all'idea che se ti pubblica un editore importante sei uno scrittore e in caso contrario no. Poi ci sono autori, e spesso quelli meno sicuri di sé e anche talentuosi che difficilmente sarebbero in grado di fare auto promozione. Inoltre, trovo che il mercato dell'editoria sia esploso, ovunque ci sono editor e correttori di bozze e chissà quanto sono all'altezza di dirsi tali e ho paura, quasi la certezza, che la quantità abbasserà la qualità. Se vado in libreria so che ogni testo, che mi piaccia o no, è stato scelto, accuratamente corretto e infine pubblicato.Il rischio dell'editore è per me una garanzia. Se già per i Blog è così difficile trovarne di veramente interessanti figuriamoci per i romanzi.
Grazie per avermi offerto l'opportunità di lasciare un commento.

Papà Volontario ha detto...

Elena, dici tutte cose corrette. Il senso del mio post era che oggi nell'editoria possiamo scegliere, è questa la lieta novella: lo scrittore può scegliere di essere mediato da un editore, o anche no. Il lettore può affidarsi ad un editore per le proprie scelte, o anche no.